giovedì 28 gennaio 2010

Tra le nuvole

Anche se il protagonista è George Clooney non smettete di leggere. Non fa ridere nei film comici e non convince in tutti gli altri. Non è capace a recitare e sarebbe meglio se si limitasse a respirare quando è inquadrato, ma ci sono almeno un paio di scene nel film "Tra le nuvole" nelle quali, senza dimostrare un gran talento, George riesce a entrare nel suo personaggio. Forse è perché si tratta di un ruolo strano. Ryan, così si chiama il protagonista, è un professionista del licenziamento. Lui va dove gli dicono di andare, sempre in aereo, per licenziare la gente. E George-Ryan-air è bravissimo in questo. Potrebbe essere un bellissimo documentario drammatico pieno di gente licenziata, ma il regista Jason Reitman ama il rischio e gli affianca prima una giovane attrice con la quale il povero Clooney deve interagire e poi un'altra, capace di rimescolare il testosterone a tutti gli spettatori in sala. Si chiama Vera Farmiga, 36 anni, e quando la vedi ti succedono due cose. La prima: ti cade la mandibola. La seconda: ti accorgi che la stavi aspettando da tutta la vita.
Clooney diventa determinante perché quando c'è in scena lui è facile che arrivi lei. Per cui tutti attenti. Per altro il film è godibile, i dialoghi sono scritti bene, veloci, serrati e la fotografia si avvale di una non meglio specificata tecnica digitale 2D che offre una iper risoluzione senza togliere la morbidezza della pellicola. E così, nello splendore di milioni di pixel ti puoi gustare per pochi istanti il Farmiga sedere, che se fosse in 3D ti alzeresti in piedi per corrergli dietro, e un profilo di tetta che tridimensionale sarebbe letale.
Andrete a vederlo? Ma sì, la storia è carina e ha qualche spunto degno di nota, compreso il finale che abilita l'intera storia e riabilita persino il povero George.