domenica 11 dicembre 2016

Lottery

Sono quello che ha vinto 43 milioni, due anni fa.
I soldi me li hanno accreditati dopo 90 giorni. Praticamente non ho dormito per tre mesi: avevo paura che mi fregassero e intanto facevo progetti, più che altro definivo la lista dei capricci che mi sarei tolto.
Quando li ho avuti sul conto... beh, prima cosa mi sono comprato un impianto che starebbe bene in una discoteca, ma poi ho continuato a usare il vecchio ipod. Da sempre volevo una moto da strada. Tuttavia, nel momento in cui tutti quei soldi sono arrivati, non ci tenevo più. Così il plastico del trenino. Ora che posso avere la casa sul golfo, quella con i tre cipressi... uff... che sarà mai? Ho la stessa auto di prima e sto ancora in affitto.
Posso avere tutto e non ho voglia di niente. Mi si sono spenti i desideri, come i motori dell'aereo quando raggiunge il terminal, avete presente? Non è silenzio, è vuoto di rumore.
Non lavoro più e ho tutto il giorno per me. Ma non lo voglio. Sapete cosa desidero davvero? Ve lo dico? Che la notte arrivi presto.

Learning

Ci sono stati 8 funerali questa mattina. Purtroppo ne ho persi tre. Ma se anche fossi riuscito a seguirli tutti, non so. Non sto facendo progressi. Nutrivo qualche speranza nella sepoltura di un giovane. Da quel che ho capito se l'è preso una malattia di quelle rapide che non ci puoi fare niente.
I parenti erano smembrati dal dolore. Chi non singhiozzava aveva gli occhi gonfi e rossi. Il  padre era piegato come se fosse stato colpito da una spranga. La sorella... la sorella la dovevano sostenere le amiche. Soffrivano. Tanto, credo. Mi sono confuso tra di loro. Ho abbracciato i genitori, tutti, ma niente. Ho guardato, ho ascoltato. Ho persino annusato, ci credete? Ho sperato di trovare l’odore del dolore. Ma non  ho sentito nulla. Eppure devo! Devo! Devo! Se non imparo il dolore  come potrò conoscere l’amore?

Fiducia

Dopo 8 minuti di attesa, decide di passare sotto le sbarre. Evidentemente sono abbassate per errore. Oppure il convoglio si è fermato perché la nebbia è troppo fitta anche per i treni. 8 minuti che si sommano al suo ritardo. E se invece il treno fosse appena dietro il muro di nebbia? No, non è possibile: si sentirebbe lo schiocco dei fili che si frustano, le rotaie vibrerebbero. Ci sarebbe nell'aria la tensione che sempre precede il treno. A meno che la nebbia non assorba anche quella.
Un passo oltre la sbarra fradicia ed ecco apparire il primo binario, affogato nell'asfalto. Il secondo è soltanto il riflesso, vago, di fanali fumanti oltre la seconda sbarra. Perché rischiare? Perché lui certamente sarà già arrivato da lei. Non si fida di lui. E non si fida di lei.
Tre passi. Metà strada. Un rumore. Sì, i fili si sono toccati. Gelo nella schiena. Il cuore, prima stupido, adesso pazzo. Indietro o avanti? Lei. Lei è avanti, quindi avanti.
No, peccato, era indietro.

domenica 4 dicembre 2016

Sully

È un'americanata? Sì è un'americanata. Ma quanto sono bravi gli americani a fare le americanate? Sully è l'ultima in ordine di uscita: per capirci ti prende appena si spengono le luci in sala. 
È come quando ti lasci andare su uno scivolo ai giardini (provate almeno a ricordarvi com'era) Non è che ci si può fermare a metà. Giù fino a quando i piedini toccano la buca nella terra.
Uguale, qui, il volo Cactus 1549 della American Airways ti imbarca già dalla prima scena e poi scivola sull'aria a motori spenti, fino ad ammarare nel fiume Hudson 208 secondi dopo, il 15 gennaio del 2009.
È una storia vera, ricostruita da Clint Eastwood, regista, e Tom Hanks protagonista. Direi che nel cast c'è anche la città di New York stretta nel gelo dell'inverno.
Check list al decollo:
Azione? Ok
Emozione? Ok
Indignazione? Ok
Tensione? Full
Fin troppa tensione, tanto che ieri sera, al cinema Ambra2 di Valperga mi chiedevo: "Ma perché mi sto strappando i peli della barba come un deficiente?"
Chiedo scusa per un entusiasmo che normalmente tendo a nascondere, ma quando un lavoro creativo è fatto bene, l'effetto è questo.
Se ieri sera non avete potuto, fate in tempo anche oggi, usciti dal seggio. Io, intanto, per un po' non prenderò aerei.