Uguale! Woody Allen dirige Jesse
Eisenberg guardandosi allo specchio. Eisenberg gli assomiglia persino
un po': ebreo come lui, imbranato come lui, si muove e recita come se
fosse lui: stessa semi balbuzie, frasi brevi, nervose, incatenate
come in un cruciverba.
Insomma, con il pretesto di raccontare
una storia, Allen mette in scena se stesso.
Chi si è occupato dei costumi di
questo film ha come obiettivo l'oscar. Idem per la fotografia e il
trucco: gli anni 30 erano esattamente quelli, erano così! “Ma tu
c'eri?” potrebbero chiedermi. No, ma siccome me li immagino con
quelle tinte, quelle facce, quello swing, dico che erano quelli.
Visto che il testo non mi decolla,
faccio una cosa che non ho mai fatto: rinuncio a essere presuntuoso,
vi mando al cinema e vi rimando al commento di Marzia Gandolfi (non
so chi sia ma secondo me c'azzecca) http://www.mymovies.it/film/2016/cafesociety/
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