martedì 22 gennaio 2008

American gangster

American Gangster supera tutti  i precedenti film di Ridley Scott. Stiamo parlando di capolavori come “Alien”, “Black rain”, “Blade Runner”,” Thelma & Louise”.... Li supera tutti per la durata: 157 minuti.
Non è per dire che è eterno e se vai a vederlo non ti passa più. Il ritmo c’è. È per dire che si posiziona un gradino sotto, al livello de “Le crociate” per intenderci.
American Gangster ha lo svantaggio di appoggiarsi su una storia vera: l’ascesa al potere di un boss newyorkese nero, ma anche “Black hawk down” si basava su una storia vera. Però “Black hawk down” lo guardi ogni volta che lo ripassano in TV e ti viene voglia di sparare sui cattivi. Sarà   ben difficile, invece, fare il bis di “American gangster” e aver voglia di denunciare i corrotti (qui la colpa, bisogna dire, va divisa tra Mastella e Cuffaro che sono riusciti a eliminare definitivamente la nostra capacità di indignarci).
Forse il problema di American gangster è avere 2 protagonisti invece di 1 e dei due nessuno in grado di aggiungere qualcosa al film. Denzel Washington sembra un po’ meno di plastica del solito, forse perché interpreta il cattivo, Russell Crowe è invece lontano mille miglia dal suo personaggio in Beautiful Mind o da Massimo, “Il gladiatore”, tanto per rimanere in casa Scott.
Se andate a vedere American gangster non vi verrà voglia di chiedere i soldi indietro (tanto non ve li restituirebbero), ma vi chiederete se vale la pena investire 157 minuti per questo film. Ne avete appena perso uno. Forse è sufficiente.

domenica 13 gennaio 2008

Usac Borgosesia 72 - 91

Si può perdere una partita ed essere contenti?

Certamente, in due casi: A) Se si è venduta la partita agli avversari e si è stati regolarmente pagati. Oppure, caso B), se si è lottato con grinta, agonismo, voglia e impegno fino alla fine, e invece della partita si è venduta cara la pelle.
Contro il Borgosesia stiamo parlando dell’ipotesi B. Gli avversari sono scesi dalle lanose loro valli per prendersi i 2 punti che gli consentono di rimanere primi in classifica. Se questo era il loro obiettivo, è stato raggiunto. Se però avevano anche qualche velleità di dimostrare di essere bravi, direi che possono entrare in analisi appena tornati a casa.I nostri nani hanno giocato meglio. Più veloci, (Alberto, Francesco) più fantasiosi (Matteo) più influenzati (Umberto) più piccoli (Abidin e Jordano), più pungenti (Dr. Costa) più faccia da schiaffi (Bona) più play (Ciampy 23), più Ottini (Ottino) e anche più utili (Davide, Matteo Leschiera e Vitto al tavolo)

Nel primo e secondo periodo loro segnano 23 + 23 punti. Tanti. Ma anche noi ce la caviamo. Infatti all’intervallo ci dividono non più di 8 – 10 lunghezze. Il terzo periodo addirittura lo vinciamo: 17 a 16 con dei momenti che avrebbero emozionato persino un cartolaio: il Dr. Costa, notevole tutta la sua partita, azzecca un tiro spettacolare, impossibile e sbagliato che galleggia a lungo sul ferro prima di immergersi nel canestro. Mezzo minuto dopo Francesco infila 2 punti sul suono della sirena, portando l’entusiasmo a DEFCON 5. I giocatori del Borgosesia, che già  non sceglieremmo come compagni di scuola, diventano tossici. Il 22 litiga con l’arbitro, il 23, capelli rossi, vorrebbe essere Ron Weasley, ma si rivela essere soltanto quel bue di Goyle, senza pozione polisucco. Si becca pure un antisportivo. Bravo il loro numero 17, che ne mette più di 20. Ma i complimenti vanno soprattutto ai genitori dei nostri avversari, portatori di un genoma evidentemente diverso dal nostro. Infatti, con l’eccezione dei loro n. 7 e 12, tutti gli altri sono ben più alti e grossi dei nostri. Ecco la triste verità.


La settimana prossima saremo fermi per turno di riposo. Ma domenica 3 febbraio alle 17 saremo a Cossato. Quella è una partita che possiamo vincere. E se giochiamo con questa voglia la vinceremo.
Si accettano scommesse.