Sapete quando non si vede l'ora che sia sera per prendere finalmente in mano il libro che si sta leggendo? E ignorare notifiche di Facebook, Instagram, WhatsApp, fregarsene dei Tweet per non distrarsi dalla lettura? È ciò che non accade leggendo "Scuola omicidi" di Elizabeth George.
Cattura come una molletta da bucato cotta dal sole. La tensione è quella di una pila usata in un gioco per bambini e riciclata nel telecomando della tv. La curiosità di sapere chi è il colpevole, in una scala da 1 a 10 inciampa nel primo gradino. Vado avanti? No, avete capito.
È il secondo libro della George che leggo e direi che, a dispetto della sua produzione e della fortuna che riscuote, per quanto mi riguarda il suo ciclo si può tranquillamente chiudere qui.
sabato 22 aprile 2017
domenica 2 aprile 2017
Le campane di Bicetre
È una sensazione bella e rara, quella
di accorgersi che il libro che si sta leggendo è davvero importante.
In questo romanzo ho provato questa sensazione fin dalla prima pagina
ed è durata per quasi tutta la lettura. Quasi, perché il finale è
scivolato verso un epilogo che immaginavo diverso. Ma è davvero una
pecca piccola piccola, un problema più mio che del libro. Anzi, se
mi permetto di sollevare la questione è soltanto per trovare un pelo
in un uovo che è stato covato con particolare cura dal suo autore e
che è uscito perfetto.
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