La triste storia dei miei libri.
Perché 'Non è vero' non si trova di
carta?
Non lo so, ma tenterò di raccontare
come è andata e vi farete un'idea visto che in tanti me lo chiedete.
Immaginail'incipit di quel libro una
mattina mentre mi lavavo i denti.
C'erano un bambino e una bambina che
dialogavano fitto parlando di una candela. No, non se lo ricorda
quasi nessuno immagino, però era un bel dialogo tra due bambini e il
libro si intitolava 'Si è fatta la luna'.
Mi ricordo che fui affascinato da quel
dialogo perché non è facile far parlare due bambini senza dire
banalità, e piacque anche ai lettori perché non si lamentò mai
nessuno.
Quelle pagine erano venute così bene
che decisi di proporle a qualche editore. Ma come? Spedendo un file
word?
No, ebbi un'idea migliore. Andai avanti
nel racconto fino a concludere il mio primo romanzo giallo con Serena
Ainardi e Renzo Cremona.
Il titolo era si è fatta la luna e fa riferimento a fenomeni
meteorologici perché, a quanto pare, la luna nuova può influire sul
clima del mese entrante e, siccome ci aspettavano clamorose tempeste,
mi fece comodo intitolarlo così, e inoltre non era neanche un brutto
titolo.
L'amico Ivan Barra fece una bellissima
copertina grafica e io presi accordi con uno stampatore e tirai
seicento copie. Sembrava davvero un libro fatto e finito, con la
bellissima copertina in cartoncino lucido, e aveva persino un prezzo:
tipo 14 euro.
Alla Piemme (e ad altri editori) mandai
un'unica copia scrivendo che le copie erano pochissime, tipo 199.
Mentivo ovviamente. Perché più copie
avessi distribuito io, meno ne avrebbero vendute loro.
In Piemme un giorno, racconta la
storia, si trovarono la direttrice editoriale Maria Giulia Castagnone
ed il critico letterario del Sole 24 Ore Giovanni Pacchiano, collaboratore
esterno di Piemme: si divisero i primi due pacchi della montagna di
libri che avevano davanti ed il mio “Si è fatta la luna” toccò
a lui che se lo portò a casa.
Dopo pochi giorni Pacchiano convinse
Piemme a comprare i diritti di pubblicazione del libro.
In questi casi l'editore non ti scrive
una lettere dicendo “Abbiamo ricevuto il suo scritto e ci è
piaciuto molto”, no, di solito ti scrivono per dirti che l'hanno
ricevuto, ti ringraziano ma non sono interessati.
Quando invece interessa ti telefonano.
Fu così che, tra lacrime di gioia,
ricevetti la telefonata di Francesca L. un pomeriggio: mi confermava
di ave ricevuto il manoscritto, che era piaciuto molto e che erano
interessati alla pubblicazione.
Cosa dovevo fare oltre che piangere?
Firmare il contratto.
E andò esattamente così. Nel 2010
cedetti i diritti di pubblicazione di Si è fatta la luna alla
Piemme, gruppo Mondadori.
I diritti d'autore sono intoccabili e
saranno miei per sempre, ma i diritti di pubblicazione furono ceduti
quel giorno di ormai otto anni fa, non mi appartengono più.
Nell'occasione mi fu assegnata una
editor (L.G.) per la messa a punto del testo definitivo, lavoro si
sarebbe dovuto concludere entro l'estate.
Invece, pochi giorni dopo, la curatrice
della collana, Francesca, andò in maternità, lasciandomi
completamente nelle mani della giovane L.G., la quale, sospetto fin
da allora, non amasse per nulla il mio romanzo.
Alla giovane ediror piaceva il Salone
del Libro, avere per amici gli scrittori famosi e frequentare il
“giro”, ma non il mio libro.
Passano i giorni, i mesi e se li conti
anche i minuti,(cit. De André) e non succede nulla. E nessuno mi
chiama più.
Vengo invece a sapere che, oltre a
Francesca in maternità, anche la direttrice di piemme Maria Giulia Castagnone
aveva lasciato Piemme e che non c'era nemmeno più il collaboratore
esterno giovanni Pacchiano.
Insomma, hanno comprato i diritti di
pubblicazione di un libro e in Piemme non lo sa più nessuno. E a
nessuno frega niente.
Ovviamente, ogni qualche settimana mi
faccio vivo io con la giovane L.G. chiedendo quando si inizia
l'editing...lei mi rimbalza di settimana in settimana senza offrirmi
risposte.
Passa quasi un anno quando mi chiama
l'editor, chiama lei stavolta. Una chiamata che non mi aspettavo più.
Mi dice che si inizia? No, mi comunica
che non ci sono spazi editoriali nel prossimo futuro per il mio
romanzo e che la casa editrice è disposta a restituirmi i diritti di
pubblicazione a titolo gratuito, che è come dire “il tuo libro non
ci interessa, ti restituiamo i diritti e non vogliamo soldi indietro”.
Voi, che cosa avreste fatto?
Io scoppiai a piangere.
Sbagliavo, avrei dovuto accettare e
ricominciare da capo. Però pensate alla scala della delusione che mi
colse quel giorno: essere scelto tra decine di migliaia di aspiranti
autori da Piemme e poi scartato. Per questo piansi invece che
accettare.
Per questo oggi non ho i diritti.
Fu soltanto due anni dopo, che la stessa
L.G. mi disse “però il tuo romanzo può uscire come ebook Piemme
original”.
Cosa significava ebook Piemme original?
Semplicemente è una collana di ebook, quindi solo in formato
elettronico, non mutuati in libri di carta (sai che valore
aggiunto!).
ovvio che accettai. Avevo scelta?
Quell'anno andai al Salone del Libro di
Torino e per puro caso mi sedetti in una sala presso la quale, pochi
minuti dopo, il nostro professor Pacchiano avrebbe presentato il suo
nuovo romanzo.
Mi sedetti tra il pubblico in attesa.
Dopo poco, una elegante ed autorevole signora seduta davanti a me
cominciò a fotografare con suo cellulare alcuni dei manifesti che
adornavano la sala, affissi
lungo tutto il perimetro.
Di che cosa si trattava? Di micro
racconti lunghi massimo mille caratteri; micro thriller fatti e
finiti da me inventati e redatti e per allestire lo stand del
cioccolato Gobino.
Le feci tap tap sulla spalla
incuriosito dalla sua curiosità per i racconti e lei mi confermo che
li trovava interessanti.
Le domandai se per caso lei fosse
un'agente letterario in incognito e lei mi domandò se per caso fossi
l'autore dei micro racconti. Lo eravamo entrambi.
Finita la presentazione del libro di
Pacchiano mi avvicinai all'autore per congratularmi e averne una
copia. Il professor pacchiano mi disse “ma che fine ha fatto il suo
romanzo?, perché non l'ho visto pubblicato? Era veramente un buon
testo”. Gli confessai che purtroppo ne sapevo quanto lui, anzi
meno, e vagamente umiliato accettai in regalo una copia del suo
lavoro appena presentato.
“Ma lei non doveva cedere”, mi
redarguì Pacchiano. Naturalmente aveva ragione, anziché riprendermi
i diritti mi ero lasciato prendere dallo sconforto immaginando che un
autore non potesse avere due occasioni nella stessa vita.
La domanda successiva che mi rivolse
fu: “ma ha scritto altro?” ed io, che nel frattempo avevo già
finito, impaginato e stampato Giulia dorme gli dissi “certo” e
gliene consegnai una copia cartacea.
Già che c'ero gli diedi anche una
copia di Destini incrociati, anche quello fresco di autostampa,
naturalmente autocertificando in perfetta malafede una tiratura falsa
di poche centinaia di copie.
Passano pochi giorni e mi richiama
direttamente Pacchiano, anzi, mi scrive una mail che ho il piacere di
riportare integralmente:
Caro Aldo, ho finito di leggere ora
il suo romanzo, che ho trovato bellissimo, come del resto il primo.
Ho già espresso con molta decisione
per telefono il mio parere a Francesca L., che peraltro non è
responsabile della sorte del primo libro, visto che era in maternità.
Ora, sto parlando privatamente,
sorge secondo me un problema.
Questo secondo libro, benché lei
riassuma per sommi capi la vicenda del prima, a mio mparare avrebbe
bisogno di lettori che avessero letto il primo. Perchè, senza averlo
letto, la prima parte può risultare un po' troppo vaga nei
riferimenti. Forse all'inizio, dunque, occorrerebbe fare un
intervento più deciso di riassunto, per così dire di quanto è
successo nel primo libro, e non presentarlo a spizzichi.
Se Francesca fosse orientata a
pubblicare in cartaceo questo secondo libro, come io le consiglierò,
se ne potrebbe parlare.
Altri commenti o impressioni ce li
siamo già scambiati, io e lei, per telefono. Un'altra soluzione
potrebbe essere quelle di pubblicare entrami i libri nello stesso
volume in cartaceo, ma non vorrei che fosse impraticabile per via
della anomalia dell'operazione stessa.
Devo però assolutamente farle i
miei complimenti: lei è uno scrittore di valore, e sa tenere il
lettore col fiato sospeso.
Un caro saluto, e con amicizia.
Giovanni P.
Caro Aldo, sono a metà di destini
incrociati che trovo storia eccezionale e di sorprendente tensione
narrativa.
Ho già detto più volte in questi
giorni in Piemme il mio parere sulla decisione di accedere
direttamente al kindle per il primo romanzo.
Mi lasci finire il libro e ne
parliamo.
Un caro saluto.
Giovanni
Cominciate a capirci qualcosa?
Valentina Balsarotti, la distinta
signora che fotografava i miei racconti, oggi è la mia agente: mi
diede poche ore per decidere, o con noi o con noi; io accettai e
secondo me feci un buon affare. Oggi i miei diritti sono
rappresentati da dei professionisti capaci di stendere delle clausole
contrattuali a me favorevoli.
Pacchiano, facendo seguito a quanto
promesso via mail, si è mosso pesantemente in Piemme per far
pubblicare in cartaceo sia Giulia dorme (col titolo Non dormirai mai
più) che Destini incrociati (col il titolo di Fate presto e mirate
al cuore).
Questo di cambiare i titoli dei miei
romanzi è un'abitudine che hanno tutti i miei editori.
Tanto è vero che anche il mio nuovo
editore, Marsilio, mi ha chiesto di cambiare il titolo al prossimo
thriller. Ci sto lavorando anche se non trovo nessuna solidarietà da
parte del mio zoccolo duro di lettori che invece apprezza molto il
titolo provvisorio Nero e amaro.
Infatti chiedo aiuto a chiunque abbia
letto il romanzo che mi dia una mano a trovare un titolo nuovo.
A questo punto avrete capito tutti cosa
è successo e perché Non é vero non esiste di carta, nonostante
tutti lo vorrebbero; non devo aggiungere nulla sui motivi per cui non
esiste la versione cartacea, io non ho nessuna responsabilità in
merito.
Se qualcuno davvero si prendesse la
briga di scrivere all'editore domandandone i motivi e le possibilità
future e mi riferisse gliene sarei veramente grato.
Tutto molto bello, caro Aldo. Bello, perché affascinante di una tristezza commovente. Queste due pagine furono le ultime che tu scrivesti. Si tratta di un lascito dolce e struggente. Proverò a continuare la tua battaglia... Dal Cielo, tu, assistimi. Con un sorriso oppure con uno sberleffo. As you prefer!
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