domenica 10 gennaio 2016

Perdere i contatti

Giuro che è la verità, tutta la verità.
7 gennaio, ieri, alla cassa n. 6 del Pam. Stavo mettendo le cose sul nastro quando mi suona il telefono. Chi chiamava non è tra i miei contatti perché appariva un 349... ma non vuol dire perché sono riuscito a cancellare la rubrica del telefono un mese fa.
Io: Pronto?
Voce. Buongiorno dottor Costa, sono Sacco (l'unica invenzione in questa cronaca sono i nomi). Ci aveva messi in contatto il dottor Peroglio, ricorda?
Io: Buongiorno, certo. (Hanno sempre ragione gli altri, inutile manifestare dubbi, meglio mostrarsi pronti e lucidi. Non riconosco i volti delle persone, figurarsi i nomi.)
Sacco: Volevo sapere quando possiamo vederci per parlare di quella iniziativa sui medici, quella di cui le accennavo prima di Natale.
Cassiera: Ha la tessera?
Io: Sì
Sacco: Quando le fa comodo? (dalla voce il dottor Sacco dimostra più o meno la mia età)
Io: dottor Sacco, potrebbe richiamarmi tra dieci minuti? In questo momento sono un po' in difficoltà.
Cassiera: non ha pesato i cavolfiori.
Io: ha ragione. (panico)
Sacco: non si preoccupi, la richiamo io, dottore.
Ora, siamo nel 2016. Quest'anno a luglio, Dio volendo, compirò 57 anni. Nemmeno troppi. Però la memoria già adesso mi difetta. Più che memoria si tratta di concentrazione. Non riesco a concentrarmi su niente, poi per forza mi dimentico le cose. E di questa iniziativa sui medici io proprio non ricordo un cazzo. Ho un vago ricordo di una telefonata di lavoro ricevuta prima di Natale, ma che valore ha una telefonata prima di Natale quando le frasi che ci si scambia sono “ne parliamo dopo le feste”? Chissà a cosa stavo pensando. C'è anche la possibilità che Sacco voglia vendermi qualcosa. Magari prima di Natale mi hanno proposto qualche installazione e io li ho rimandati a dopo le vacanze. Ma dal modo di parlare di Sacco, non mi sembra.
Peso i cavolfiori, pago, arrivo a casa e subito suona il telefono.
Sacco: dottor Costa, disturbo? Sono Sacco.
Io: niente affatto dottore, adesso sono tutto suo.
Sacco: Niente, vorrei sapere quando posso venire da lei.
Io: da me...
Sacco: Sì mi dica quando le fa comodo, la prossima settimana?
Io: Sì la prossima settimana va bene.
Sacco: Mi dica lei, io ho ampia disponibilità
Io. No no, dottore mi dica lei, escluso mercoledì 13 che sono a Milano (mi piace da morire dire che vado a Milano ché mi fa sentire importante) sono libero.
Sacco: Allora mi dica lei.
Io: allora facciamo il 12?
Sacco: Il 12 va benissimo, da lei.
Io: Da me...
Sacco: Sì vengo io.
Io: Lei lo sa che non ho un ufficio, posso riceverla in casa... (veramente preferirei di no, dovrei passare aspirapolvere e mocio dappertutto)
Sacco: Mi può fare anche un caffè? (simpatico Sacco)
Io: Ma certo!
Sacco: Se venissi verso le 9?
Io: Perfetto, martedì 12 alle 9, lo sa l'indirizzo?
Sacco: No, se cortesemente mi dice...
Io gli do l'indirizzo e gli spiego anche come arrivare.
Sacco: Bene dottore, allora a martedì.
Io: Ah, dottore, di cosa parleremo esattamente?
Sacco: di quella card curata dal Dottor Peroglio, quella Card che permette di accedere a diversi servizi della sanità privata con sconti fino al...
Io, fingendo di ricordare, ma non ricordando nulla: ah, sì sì...
Sacco: tramite lei potremo appoggiare la distribuzione a tutta la rete degli agenti della Reale.
Io: Reale...
Sacco: Lei è Presidente degli agenti della Reale, no?
Io non dico mai no a nessun lavoro, ci mancherebbe, coi tempi che corrono, ma da questo a millantare di essere il Presidente degli agenti della Reale ce ne vuole. Cioè io gli posso anche dire di sì, ma poi come ne esco?
Io: Dottor Sacco, io sono un pubblicitario.
Sacco: Non è mica una colpa!
Io: No, però non so nulla degli agenti della Reale.
Sacco: No? Nemmeno dell'Unipol?
Io: No.
Sacco: Ma è un medico, almeno?
Io: No, lei mi ha chiamato dottore e io l'ho lasciata fare perché sono laureato in legge, ma non sono un medico.
Sacco: Eppure il dottor Peroglio...
Io: Forse non conosco nemmeno il dottor Peroglio...
Sacco: Forse?
Io: Io non sono mai sicuro di niente, dottor Sacco.
Il dottor sacco ride.
Io: Credo ci sia un errore, sa? (rido anch'io?)
Sacco: lo penso anch'io, adesso chiamo il dottor Peroglio e gli tiro le balle!
Io: Gliele tiri anche da parte mia.
Sacco: Mi scusi tanto per l'equivoco dottore.
Io: Ma le pare? è stato un piacere.

Giuro che è tutto vero.

Nessun commento:

Posta un commento