Giuro che è la verità, tutta la
verità.
7 gennaio, ieri, alla cassa n. 6 del
Pam. Stavo mettendo le cose sul nastro quando mi suona il telefono.
Chi chiamava non è tra i miei contatti perché appariva un 349... ma non vuol dire perché sono riuscito a cancellare la rubrica del telefono un mese fa.
Io: Pronto?
Voce. Buongiorno dottor Costa, sono
Sacco (l'unica invenzione in questa cronaca sono i nomi). Ci aveva
messi in contatto il dottor Peroglio, ricorda?
Io: Buongiorno, certo. (Hanno sempre
ragione gli altri, inutile manifestare dubbi, meglio mostrarsi pronti
e lucidi. Non riconosco i volti delle persone, figurarsi i nomi.)
Sacco: Volevo sapere quando possiamo
vederci per parlare di quella iniziativa sui medici, quella di cui le
accennavo prima di Natale.
Cassiera: Ha la tessera?
Io: Sì
Sacco: Quando le fa comodo? (dalla voce
il dottor Sacco dimostra più o meno la mia età)
Io: dottor Sacco, potrebbe richiamarmi
tra dieci minuti? In questo momento sono un po' in difficoltà.
Cassiera: non ha pesato i cavolfiori.
Io: ha ragione. (panico)
Sacco: non si preoccupi, la richiamo
io, dottore.
Ora, siamo nel 2016. Quest'anno a
luglio, Dio volendo, compirò 57 anni. Nemmeno troppi. Però la
memoria già adesso mi difetta. Più che memoria si tratta di
concentrazione. Non riesco a concentrarmi su niente, poi per forza mi
dimentico le cose. E di questa iniziativa sui medici io proprio non
ricordo un cazzo. Ho un vago ricordo di una telefonata di lavoro
ricevuta prima di Natale, ma che valore ha una telefonata prima di
Natale quando le frasi che ci si scambia sono “ne parliamo dopo le
feste”? Chissà a cosa stavo pensando. C'è anche la possibilità
che Sacco voglia vendermi qualcosa. Magari prima di Natale mi hanno
proposto qualche installazione e io li ho rimandati a dopo le
vacanze. Ma dal modo di parlare di Sacco, non mi sembra.
Peso i cavolfiori, pago, arrivo a casa e subito suona il telefono.
Sacco: dottor Costa, disturbo? Sono
Sacco.
Io: niente affatto dottore, adesso sono
tutto suo.
Sacco: Niente, vorrei sapere quando
posso venire da lei.
Io: da me...
Sacco: Sì mi dica quando le fa comodo,
la prossima settimana?
Io: Sì la prossima settimana va bene.
Sacco: Mi dica lei, io ho ampia
disponibilità
Io. No no, dottore mi dica lei, escluso
mercoledì 13 che sono a Milano (mi piace da morire dire che vado a
Milano ché mi fa sentire importante) sono libero.
Sacco: Allora mi dica lei.
Io: allora facciamo il 12?
Sacco: Il 12 va benissimo, da lei.
Io: Da me...
Sacco: Sì vengo io.
Io: Lei lo sa che non ho un ufficio,
posso riceverla in casa... (veramente preferirei di no, dovrei
passare aspirapolvere e mocio dappertutto)
Sacco: Mi può fare anche un caffè?
(simpatico Sacco)
Io: Ma certo!
Sacco: Se venissi verso le 9?
Io: Perfetto, martedì 12 alle 9, lo sa
l'indirizzo?
Sacco: No, se cortesemente mi dice...
Io gli do l'indirizzo e gli spiego
anche come arrivare.
Sacco: Bene dottore, allora a martedì.
Io: Ah, dottore, di cosa parleremo
esattamente?
Sacco: di quella card curata dal Dottor
Peroglio, quella Card che permette di accedere a diversi servizi
della sanità privata con sconti fino al...
Io, fingendo di ricordare, ma non
ricordando nulla: ah, sì sì...
Sacco: tramite lei potremo appoggiare
la distribuzione a tutta la rete degli agenti della Reale.
Io: Reale...
Sacco: Lei è Presidente degli agenti
della Reale, no?
Io non dico mai no a nessun lavoro, ci
mancherebbe, coi tempi che corrono, ma da questo a millantare di
essere il Presidente degli agenti della Reale ce ne vuole. Cioè io gli posso anche dire di sì, ma poi come ne esco?
Io: Dottor Sacco, io sono un
pubblicitario.
Sacco: Non è mica una colpa!
Io: No, però non so nulla degli agenti
della Reale.
Sacco: No? Nemmeno dell'Unipol?
Io: No.
Sacco: Ma è un medico, almeno?
Io: No, lei mi ha chiamato dottore e io
l'ho lasciata fare perché sono laureato in legge, ma non sono un
medico.
Sacco: Eppure il dottor Peroglio...
Io: Forse non conosco nemmeno il dottor
Peroglio...
Sacco: Forse?
Io: Io non sono mai sicuro di niente, dottor
Sacco.
Il dottor sacco ride.
Io: Credo ci sia un errore, sa? (rido
anch'io?)
Sacco: lo penso anch'io, adesso chiamo
il dottor Peroglio e gli tiro le balle!
Io: Gliele tiri anche da parte mia.
Sacco: Mi scusi tanto per l'equivoco dottore.
Io: Ma le pare? è stato un piacere.
Giuro che è tutto vero.
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