Il primo capitolo, direi "elettrizzante"
1
Dopo qualche minuto, la donna si
rilassò un poco o, per lo meno, iniziò a fingere.
Il sorriso che rivolse all’uomo
voleva esprimere un buon grado di complicità e sembrava quasi
autentico. Quasi, perché invece la poveretta era terrorizzata. Lo
sarebbe stato anche lui se si fosse trovato al suo posto.
Non era stupida: sapeva che mostrarsi
impaurita sarebbe stato come ammettere tutto e accettare il castigo.
Dubbi, comunque, non ce n’erano:
aveva sbagliato e quelli del Personale avevano deciso per una
sanzione esemplare. L’avevano anche avvertita, come erano soliti
fare. Per questo si era presentata all’appuntamento e ora si
trovava nuda, immersa in una vasca di acqua bollente, con quell’uomo
che la osservava da vicino, seduto sui talloni.
Salvatore Nicosia rimboccò la manica
destra della camicia senza fretta, poi immerse la mano ed ebbe
conferma di ciò che immaginava: l’acqua scottava. Se la donna
avesse avuto la coscienza pulita avrebbe protestato. Come poteva
resistere a quella temperatura? La osservò con più attenzione: la
pelle alla base del collo era arrossata, a larghe chiazze, e così
anche sul petto. Teneva le mani accoppiate in grembo per coprirsi là
dove era completamente rasata. I seni però erano a disposizione,
appena sotto la superficie. A Nicosia non piacevano: troppo gonfi e
sferici, frutto palese di una mastoplastica effettuata al risparmio.
Non aveva mai toccato seni al silicone ed era curioso.
Appoggiò la mano sopra il destro e strinse un po’. Poi passò
all’altro. Le punte, indefinite, tinta su tinta, non risposero in
nessun modo. Era per via della temperatura troppo elevata dell’acqua?
O perché la paura annullava ogni altra sensazione?
La mano scivolò lungo il ventre, fino
a incontrare le barricate che la donna aveva improvvisato con i polsi
stretti tra le cosce. Senza guardarla, solamente con la pressione
della mano, le fece capire che la resistenza non era gradita. Lei
cedette e, aprendosi, concesse qualsiasi cosa.
Nicosia arrivò al caposaldo che lei
aveva così poco eroicamente difeso, vi transitò sopra ma non si
soffermò, risalendo invece l’interno di una gamba fino al
ginocchio, finalmente fuori dall’acqua bollente.
La donna cercò di leggere il suo
sguardo per capire che cosa la aspettasse, ma lui le negò ogni
contatto con gli occhi. Avrebbe dovuto sorridere per tranquillizzarla
ma non ne aveva voglia. Continuò a carezzarla in quel modo per
qualche minuto ma non appena cessò, si accorse che si era
irrigidita, come faceva lui quando il suo dentista cambiava attrezzo
e gli ordinava di spalancare la bocca. Sì, aveva ancora paura.
Il bagno era luminoso e completamente
piastrellato color beige.
Sarebbe uscita parecchia acqua e
Nicosia provò a immaginare che cosa avrebbe pensato la donna che
rifaceva le camere. Chissà perché poi doveva essere una donna.
Magari era un uomo, un peruviano. Ne aveva già visti di uomini
lavorare negli alberghi.
Seguendo una qualche sua idea, la donna
inarcò il bacino, offrendo il sesso appena sotto un velo di acqua.
Nicosia non se lo aspettava. Chi credeva di prendere in giro? Per
qualche momento la assecondò, poi risalì con esasperante lentezza
fino alla gola e la afferrò, trattenendola in una sola mano. La
donna spalancò gli occhi e cessò di respirare. Il corpo rimase
immobile, sospeso nell’acqua. Nicosia allentò la presa e ritirò
la mano. Non aveva stretto e infatti non aveva lasciato alcun segno.
Scosse platealmente la testa mentre si drizzava e prendeva uno degli
ospitini per asciugarsi il braccio.
La donna parve rilassarsi, questa volta
senza fingere.
«Cosa credevi di fare, eh?» domandò
Nicosia rompendo il silenzio.
«Lo so...»
«Se lo sapevi perché l’hai fatto?»
Il tono, che poteva essere quello di un padre con una figlia
disobbediente, contrastava con le carezze che le aveva riservato e
con l’offerta di lei, confermata da quelle ginocchia appoggiate ai
due bordi della vasca.
«Non succederà più» promise.
Nicosia pensò che probabilmente era
vero, ma non era lì per raccogliere il pentimento della donna.
Sganciò la cintura dei pantaloni, ma
si interruppe subito.
«Chiudi gli occhi» le ordinò.
La donna sorrise di sollievo: se la
sarebbe cavata con del sesso. Per essere convincente e dimostrare che
di lei ci si poteva fidare, oltre a chiudere gli occhi, li coprì con
le mani.
Sentì che l’uomo armeggiava con
qualcosa.
«Ehi!» la richiamò lui dopo qualche
secondo.
La donna guardò e si accorse che era
ancora completamente vestito. Era in piedi, un po’ discosto dalla
vasca e teneva sospeso qualcosa sopra di lei.
Istintivamente, unì le ginocchia.
«No!» tentò di urlare quando
riconobbe un asciugacapelli.
Nicosia invece fece segno di sì con la
testa e lo lasciò cadere nell’acqua.
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