lunedì 13 novembre 2017

The place

Ci sono dei film che mi lasciano addosso un po' di febbre perché superano la barriera schermo/spettatore e mi arrivano addosso, si insinuano persino sotto la felpa e sotto la maglietta.
Il talento, in dosi importanti e versato denso sullo schermo, una volta ingerito, resta lì a fare bene un po' male. 
Paolo Genovese conferma di essere una distilleria di questo elisir, ma non aveva bisogno di dimostrarlo, avendo guadagnato la mia stima già due anni fa con “Perfetti sconosciuti”.
Oggi immagina e scrive una nuova storia, semplice, profonda e terribile, e la circoscrive in una sola location. Non ci si muove mai da quel “place”, il tavolino di un bar. Le inquadrature si ripetono spesso, non so quante siano, una dozzina forse, ma di lì non ci si schioda. Eppure, con l'immaginazione si possono vedere e seguire i diversi altri rami che la storia racconta, ma che la pellicola non mostra.
Anche per dirigere gli attori occorre talento. Non parliamo poi per sceglierli e tenerli insieme.
Valerio Mastrandrea è il protagonista. Sempre in scena. Sempre perfetto, un'interpretazione con cui potrebbe chiudere la carriera perché di più non potrà fare. Sabrina Ferilli... chi avrebbe mai detto che Sabrina Ferilli...? E invece, Sabrina Ferilli c'è. C'è soprattutto una scena con la quale, se fossi al suo posto, chiederei di essere ricordata per sempre. E poi gli altri interpreti, nessuno tacciabile per qualche sbavatura o imperfezione. Insomma, finalmente un film italiano, fatto con poco, ma bello, bello, bello.
Il sito Mymovies gli attribuisce due stelle e mezza. Mi stupisce una valutazione così bassa, ma non sto nemmeno a leggere il commento perché sicuramente sbaglia. 
Le altre due stelle e mezza le aggiungo io. 
Vi invito a fidarvi e andare a vederlo dimenticando le mie parole. Andateci prevenuti, come ci sono andato io: un film italiano... niente tette... piove e fa freddo... c'è Muccino... la Ferilli... mah... la critica lo valuta così così... Ecco siete pronti per "The place".

1 commento:

  1. L'ho visto anch'io, e concordo con il tuo giudizio. fatto bene, scritto benissimo, recitato e diretto senza difetti. E soprattutto, quello che più conta, ti prende: già al secondo disperato che si siede al tavolo sei anche tu nel meccanismo, parteggi, immagini, presumi - insomma, ti diverti.

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