Ci sono dei film che mi lasciano
addosso un po' di febbre perché superano la barriera
schermo/spettatore e mi arrivano addosso, si insinuano persino sotto
la felpa e sotto la maglietta.
Il talento, in dosi importanti e
versato denso sullo schermo, una volta ingerito, resta lì
a fare bene un po' male.
Paolo Genovese conferma di essere una distilleria
di questo elisir, ma non aveva bisogno di dimostrarlo, avendo guadagnato la mia
stima già due anni fa con “Perfetti sconosciuti”.
Oggi immagina e scrive una nuova storia,
semplice, profonda e terribile, e la circoscrive in una sola
location. Non ci si muove mai da quel “place”, il tavolino di un
bar. Le inquadrature si ripetono spesso, non so quante siano, una
dozzina forse, ma di lì non ci si schioda. Eppure, con
l'immaginazione si possono vedere e seguire i diversi altri rami che la
storia racconta, ma che la pellicola non mostra.
Anche per dirigere gli attori occorre
talento. Non parliamo poi per sceglierli e tenerli insieme.
Valerio Mastrandrea è il protagonista.
Sempre in scena. Sempre perfetto, un'interpretazione con cui potrebbe
chiudere la carriera perché di più non potrà fare. Sabrina
Ferilli... chi avrebbe mai detto che Sabrina Ferilli...? E invece,
Sabrina Ferilli c'è. C'è soprattutto una scena con la quale, se
fossi al suo posto, chiederei di essere ricordata per sempre. E poi
gli altri interpreti, nessuno tacciabile per qualche sbavatura o imperfezione. Insomma, finalmente un film italiano, fatto con poco, ma bello, bello, bello.
Il sito Mymovies gli attribuisce due stelle e
mezza. Mi stupisce una valutazione così bassa, ma non sto nemmeno a leggere il commento perché sicuramente sbaglia.
Le altre due stelle e mezza le aggiungo io.
Vi invito a fidarvi e andare a vederlo dimenticando le mie parole. Andateci prevenuti, come ci sono andato io: un film italiano... niente tette... piove e fa freddo... c'è Muccino... la Ferilli... mah... la critica lo valuta così così... Ecco siete pronti per "The place".
L'ho visto anch'io, e concordo con il tuo giudizio. fatto bene, scritto benissimo, recitato e diretto senza difetti. E soprattutto, quello che più conta, ti prende: già al secondo disperato che si siede al tavolo sei anche tu nel meccanismo, parteggi, immagini, presumi - insomma, ti diverti.
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