Un giorno, alla fonte giunse un uomo, le porse il
secchio e le chiese di riempirlo.
« Per cosa ti serve? » domandò la
padrona.
« Il mio fienile sta bruciando e io
devo spegnere il fuoco! »
La donna gli rifiutò l'acqua.
Poco dopo si presentò un altro uomo.
« Per cosa ti serve la mia acqua? »
« I miei campi seccano, il frumento
muore. »
La donna gli rifiutò l'acqua.
Venne una giovane.
« Brucio dentro e non voglio peccare.
» disse la ragazza.
La donna le rifiutò l'acqua.
Venne una madre a domandare acqua per
dissetare i suoi figli, ma la donna le rifiutò l'acqua.
Era già il tramonto quando una
giovane donna si presentò con due somari, carichi di secchi. Consegnò
il primo e chiese alla padrona di riempirlo.
« Per cosa ti serve tutta quest'acqua?
» le domandò l'altra.
« Per prima cosa voglio che lui si
specchi e riconosca la colpa nei propri occhi. Per cui dammela
limpida. »
« E poi? » domandò la padrona.
« Poi lo spoglierò e, nudo come sarà,
lo laverò per ore, fino a quando scomparirà l'odore delle altre donne. Quindi
dammela pura. »
E poi?
« Poi lo disseterò goccia a goccia
fino a che lui chiuderà gli occhi per il piacere. Per questo la
voglio fresca.»
«E poi?»
«Poi, quando sarà stordito dal
piacere, lo affogherò. Per cui dammene tanta. »
La padrona della fonte cominciò a
riempire i secchi.
Nessun commento:
Posta un commento