venerdì 12 ottobre 2007

Michael Clayton

Tony Gilroy è il regista di “Armageddon”, “The Bourne supremacy”, “L’avvocato del diavolo”, “L’ultima eclissi”. Film di qualche successo, ma che probabilmente non sono annoverati tra i capolavori del cinema di sempre.

Nemmeno “Michael Clayton” diventerà materia di studio all’università, ma se avrete occasione di andarlo a vedere, sappiate che ha la capacità di strapparvi via dai vostri corpi per restituirvi soltanto due ore dopo, e neanche tanto rilassati.

La trama non è semplicissima: un intrigo tra multinazionali, avvocati, assassini e vittime, ma Gilroy sferruzza bene e dipana il gomitolo per tutto il film, senza che qualche spettatore debba chiedergli di tornare indietro per rivedere un punto.

Tony Gilroy è anche lo sceneggiatore di “Michael Clayton”e con l’uncinetto è ancora meglio del Gilroy regista. Crea la storia e la ricama con dialoghi che non cadono mai di livello, a partire dal monologo iniziale con voce fuori campo che ti rassicura subito sulla qualità di quello che stai per vedere. Non una smagliatura per tutto il film. Bravo davvero.

Bravi anche gli attori nel cast e bravo anche George Clooney. “E bravo Clooney” va letto più come: “Ebbravo”, perché George può essere triste, allegro, preoccupato, indifferente, ma la sua espressione non cambia mai. Lui pensa di ridere, ma le guanciotte non lo seguono. Pensa di adirarsi, ma le sopracciglia non si piegano. Pensa a recitare, ma c’è da chiedersi se effettivamente pensa. In realtà le capacità artistiche di Clooney sono un falso problema. George è bello e affascinante, piace a donne e uomini anche se recita così così ed è utile come test. Se il film risulta godibile nonostante lui significa che è davvero un bel film.

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