giovedì 10 luglio 2008

Wanted

Non capiterà, ma se per caso qualcuno vi proponesse di andare a vedere “Wanted”, offrendosi di pagarvi il biglietto, non accettate oppure fatevi anche pagare una cena da 60 euro.
Io ci sono andato, ovviamente gratis, con moglie e figlio quattordicenne.
All’uscita ho chiesto all’adolescente cosa pensasse del film.
Silenzio.
“Ti è piaciuto?”
Silenzio.
Guarda Ale, che se ti è piaciuto le prendi”.
Silenzio.
Sta a vedere che gli è piaciuto. La cosa è sconvolgente perché ti chiedi “ma chi ho in casa?”. Poi, siccome è un figlio, cerchi delle giustificazioni. Può darsi che il film per lui sia sopportabile perché sembra un videogame. Per un patito di Xbox e PlayStation e dei giochi del genere “spara-tutto” potrebbe forse essere interessante, perché non c’è altro: sparatorie, azioni impossibili, inseguimenti. Manca, però, totalmente di interattività e questo per un gioco è un limite. Fa tutto il protagonista, che potrebbe essere il fratello scemo di Pippo Inzaghi e tu non puoi nemmeno farlo precipitare da un grattacielo.
Al papà del quattordicenne potrebbe essere piaciuta Angelina Jolie, ma non bastano due labbra che se la tirano da sfintere e un didietro nudo e iper tatuato per perdonare un’ora e mezza di profondo coma.
Non capiterà, quindi sono parole inutili. Ma se capitasse, siete avvertiti.

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