sabato 21 marzo 2015

Sospetto


La location fa molto. Se dovessi scegliere tra un giallo ambientato in Cornovaglia e uno a Corsico preferirei il primo. Se poi il racconto mi parla del Fife dall'inizio alla fine, quello è il mio libro.
È un giallo più che un thriller, perché non mette ansia e non fa paura; è un giallo più che un noir perché i morti sono dosati con moderazione; è un giallo più che un romanzo di formazione perché sento spesso parlare di "romanzo di formazione" ma non ho mai capito che cosa voglia dire.Ne approfitto per dire che appena potrò, aprirò un BeB da quelle parti e per cominciare a invogliarvi, inserisco di seguito alcune immagini. Vi ospiterò con piacere. Ma appena capirò che siete italiani, vi tratterò come meritate e non vi farò la ricevuta fiscale. A presto!
chiesa e cimitero nel Fife
ponte ferroviario sul Firth of Forth

Pon

venerdì 13 marzo 2015

Le ceneri di Angela

Vi parlerò delle mie di ceneri, se la cosa interessa, perché di quelle di Angela non si sa nulla, nemmeno alla fine del libro. Angela proprio non muore, non parla mai del proprio funerale e da cattolica irlandese ultra osservante quale è, dubito che abbia mai pensato di farsi cremare. Non si capisce dove abbiano pescato questo titolo.
È la storia raccontata in prima persona da Frank McCourt. Il fatto che questo sia anche il nome del protagonista mi fa pensare che si tratti di una autobiografia e che la storia sia vera. Se è così è incommentabile. Come si fa a commentare una vita? Che fai? Vai a sindacare le scelte che ha fatto? Le parole che ha detto? I peccati che ha commesso?
A meno che si tratti della vita di Salvini e di pochi altri, direi che ci si deve astenere, a maggior ragione se la parte di vita raccontata è quella di un bambino irlandese cresciuto nella miseria.
Il libro è bello? Sì, molto. Molto per la vena ironica con cui McCourt racconta e perdona tutti, dal padre che converte in Guinness ogni scellino che si ritrova in tasca, al destino che fa di Limerick una città che uccide chi non ha nulla. Bello, perché i pensieri del bambino, autore e protagonista sono divertenti, anche nei momenti più drammatici.

E veniamo alle mie ceneri, giusto per quadrare il commento. Ho lasciato scritto che siano disperse intorno ai 2500 metri di quota in tre valloni qui dalle mie parti. Significa che per assolvere alle mie volontà ci sarà da farsi un discreto mazzo, tanto che i miei congiunti sperano di non sopravvivermi. In verità
possono fare quello che preferiscono: portarmi in montagna o buttarmi nell'orto, tirarmi su col naso o nell'aspirapolvere. Buttarmi nell'organico o nel cesso. Non sono irlandese, non sono cattolico e non me ne frega un cazzo.

lunedì 2 marzo 2015

Tre anni di dieta Dukan 2012 - 2015

Aldo è l'haggis
La facoltà di Medicina dell'Università di Lione mi ha chiesto di donar loro il mio corpo quando sarà ora, per poterlo studiare. Pare che io sia uno dei 9 unici sopravvissuti dopo tre anni di dieta Dukan.
Sono tre anni domani, 3 marzo 2015 e, devo, dire, non mi sento poi così male.
Vi do qualche informazione.
Ho iniziato perché non vedevo più il mio orgoglio. Nemmeno se tenevo dentro la pancia e sporgevo il collo in avanti. Niente: per vederlo dovevo usare lo specchio, ma come si fa a parlare con la parte migliore di se stessi con l'intermediazione di un estraneo freddo, lucido e piatto?
Così ho letto il libro “La dieta Dukan” e l'ho applicata pedissequamente.
In tre anni non ho mai saltato un giovedì. Più avanti spiegherò cos'è il giovedì.
Prima i numeri.
Peso, Il 3 marzo 2012 alla sveglia pesavo 90,5 il massimo mai raggiunto. Sarebbero 90,4 al netto dell'orgoglio, ma quello bisogna calcolarlo.
Oggi, 2 marzo 2015: sempre alla sveglia, sono 76 e rotti e diciamo che da due anni, chilo più, chilo meno, questo è il mio peso. Sono sceso anche a 72 chili ad agosto 2012, ma non avevo un bell'aspetto. Qualcuno mi consigliava di fare un po' di chemio che mi avrebbe tirato su.
Perdere 18 chili è una bella soddisfazione. Per misurarla occorre andare al supermercato, afferrare 2 confezioni di acqua minerale da 6 bottiglie da 1,5 caduna e trascinarle fino alla cassa. Sono 9 chili per braccio, che cercano di estrarre le capsule degli omeri dalle scapole senza anestesia. Ti chiedi: ma mi portavo dietro tutto quel peso inutile? E come facevo?
La vita senza quei chili migliora: ti chini a raccogliere le cose per terra senza pensarci, ti allacci le scarpe senza andare in apnea e puoi conversare con il tuo orgoglio senza dover sfruttare l'eco offerta del guardaroba.
I contro. I contro sono la dieta, ovviamente. La Dukan consiste in una sola regola: magiare solo proteine. Che significa: carne, uova, pesce, ricotta, glutine e acqua in alcune varianti. Ci si stanca presto. Fare colazione con un uovo sodo o con un piatto di bresaola è dura. Il pesce è tanto buono, ma sempre e solo ai ferri o lesso è una morte. L'albese mi piace, ma senza olio e senza parmigiano e senza sedano e senza noci tanto vale morsicare il culo di una mucca!
I pro: questa dieta fa schifo ma non fa patire la fame. Le proteine hanno la virtù di intasare il fegato che manda segnali di sazietà. Un altro pro è che è veloce. In due o tre mesi si perdono i chili e se si sopravvive, le cose migliorano. Un altro pro: i veterani come me possono permettersi di fare la dieta un solo giorno la settimana, il giovedì. Se ogni giovedì rispetto le regole monastiche, gli altri giorni posso darmi a pasta, mascarpone, formaggi e persino dolci. Il sesso non è vietato mai.
Ah, nella dieta sono compresi 30 minuti di camminata ogni giorno, che sono una bella cosa. Io ne faccio 50, non perché vado piano, ma perché l'anello che percorro è di quasi 6 chilometri. O lo completo o non rivedo casa.

Ecco tutto. Se volete saperne di più, contattatemi in privato, se volete fare la dieta, compratevi il libro “La dieta Dukan”. Intanto io risponderò all'Uiversità di Lione. Dirò loro che possono sì studiare il mio corpo, a patto che alla fine lo restituiscano, in modo che possano cremarlo come piace a me, con tanto burro e in un forno ben ventilato.