domenica 5 aprile 2015

La famiglia Bélier

Credo che ci siano almeno due modalità per approcciare questo film. Quella del cinico (la mia solita per capirci) che lo vede come un “Xfactor” o un “Amici” vissuto dietro le quinte. Siccome ho una certa età, dovrei forse dire un “Saranno famosi”. Quindi una trama che fila sui binari dritti del Frecciarossa, con emozioni strappate a colpi di dejà vu e un finale che per immaginarlo basterebbe leggere i fondi del pop corn.
L'altra modalità è quella dello spettatore che dimentica a casa qualcosa. Il telefono? No, anzi, quello lo perde proprio al cinema quella sera. La carta d'identità? No e del resto non servirebbe, perché il film non è vietato e perché non ha ancora diritto alla riduzione per anziani. Un'età di merda la sua. Gli occhiali? Sì, ma quelli servono solo per leggere. Lo schermo lo vede benissimo. Che cosa ha lasciato a casa, allora?
Ha lasciato proprio il cinismo. E vuoi perché ha fatto giardinaggio ed è smarronato, vuoi perché non aveva nemmeno tanta voglia di uscire e andare al cinema, vuoi perché il film, diciamolo, è fatto bene, si siede impreparato e si becca tutta la storia con le difese abbassate. Finisce che ride come un matto per le situazioni comiche, si tiene ai braccioli quando c'è tensione e cerca qualche scusa per giustificare gli occhi umidi e la voce strozzata alla fine dove... quando... perché... Insomma saranno poi cazzi suoi. Da vedere.

1 commento:

  1. Io il cinismo l'ho dimenticato anni fa e non l'ho più trovato. Vado a vederlo domani!

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