Credo che ci siano almeno due modalità
per approcciare questo film. Quella del cinico (la mia solita per
capirci) che lo vede come un “Xfactor” o un “Amici” vissuto
dietro le quinte. Siccome ho una certa età, dovrei forse dire un “Saranno
famosi”. Quindi una trama che fila sui binari dritti del
Frecciarossa, con emozioni strappate a colpi di dejà vu e un finale
che per immaginarlo basterebbe leggere i fondi del pop corn.
L'altra modalità è quella dello
spettatore che dimentica a casa qualcosa. Il telefono? No, anzi,
quello lo perde proprio al cinema quella sera. La carta d'identità? No e del
resto non servirebbe, perché il film non è vietato e perché non ha
ancora diritto alla riduzione per anziani. Un'età di merda la sua.
Gli occhiali? Sì, ma quelli servono solo per leggere. Lo schermo lo vede benissimo. Che cosa ha
lasciato a casa, allora?
Ha lasciato proprio il cinismo. E vuoi
perché ha fatto giardinaggio ed è smarronato, vuoi perché non
aveva nemmeno tanta voglia di uscire e andare al cinema, vuoi perché il film,
diciamolo, è fatto bene, si siede impreparato e si becca tutta la
storia con le difese abbassate. Finisce che ride come un matto per le
situazioni comiche, si tiene ai braccioli quando c'è tensione e
cerca qualche scusa per giustificare gli occhi umidi e la voce
strozzata alla fine dove... quando... perché... Insomma saranno poi cazzi suoi. Da
vedere.
Io il cinismo l'ho dimenticato anni fa e non l'ho più trovato. Vado a vederlo domani!
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