mercoledì 29 luglio 2015

Sette brevi lezioni di fisica

Soltanto perché passavo davanti alla biblioteca del paese, soltanto perché era sul tavolo delle novità e soltanto perché avevo una mano libera. Infine perché volevo capire il motivo di tanto successo. Dico subito che non l'ho capito. Non solo il posto che ha occupato e occupa ancora in classifica, ma nemmeno il contenuto. Mi sono perso già alla seconda lezione e, se ti mancano le basi della meccanica quantistica, ditemi voi come si fa a penetrare nel mondo delle particelle elementari.
Ho apprezzato invece la prima lezione, quella sulla teoria della Relatività, in particolare un passo in cui Rovelli esula dalla fisica per parlare delle persone. In particolare parla di Einstein e dice che da giovane, Albert era svogliato, indisciplinato e perdeva tempo. Ne approfitta per dire che i genitori degli adolescenti sbagliano quando cercano di riportare i figli sui binari della disciplina, poiché i ragazzi hanno bisogno di perdere anni luce di tempo per crescere bene e sani. Mi ci sono ritrovato in pieno. La penso esattamente come lui. Come genitore, infatti, sbaglio alla grande nel senso indicato da Rovelli. Come figlio, invece, non ho sbagliato niente: il tempo che ho perso da giovane lo so solo io, ma se è vero che l'universo è curvo, prima o poi lo ritroverò.

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