sabato 2 settembre 2017

Dunkirk

Certamente bello da vedere, ma anche da sentire. La colonna sonora fa tra il molto e il moltissimo. In certe scene non è neppure musica, è puro ritmo e moltiplica il tasso di crescita della tensione che, diciamolo, schizza fuori scala al primo minuto e rimane in orbita per tutto il film.
L'intervallo, al cinema di Valperga, arriva giusto in tempo per consentire al pubblico di recuperare ossigenazione e per smettere di stritolare i braccioli delle poltroncine.
C'erano disturbatori in sala? Pop corn rumorosi? qualcuno che commentava ad alta voce? Luci di telefoni tra i sedili? E chi lo sa? Per rispondere sarei dovuto essere in sala, invece che proiettato dentro il film.
Ci sono dei messaggi particolari o una nuova etica che possano far amare questo film? No, è un film di guerra e se si vuol trarne una morale è sempre la medesima: evitare la guerra.
L'entusiasmo trae origine dalla confezione; è un film fatto terribilmente bene.
Gli attori ci mettono del loro, ma è uno di quei casi in cui il regista (in questo caso Christofer Nolan) fa davvero il regista. Una prova? Guardatevi le sequenze all'interno dello Spitfire quando il pilota deve prendere delle decisioni. Non parla, il suo volto è completamente nascosto da mascherina, occhialoni e casco. Impossibile leggere la sua espressione, ma Nolan riesce comunque a far capire esattamente quale sia il problema, a cosa stia pensando il suo personaggio e quale drammatica decisione debba prendere. Il tutto comunicando soltanto con inquadrature e montaggio. Molti suoi colleghi non arriverebbero al risultato nemmeno con i sottotitoli.
È tutto così: poche parole e azione, tanta, caratterizzata da scelte di inquadrature e un montaggio sempre perfetti.
Non aspettatevi le tette della protagonista perché non c'è una protagonista. È un film con soli uomini, una storia vera, una bella dimostrazione di talento e una grande testimonianza di arte contemporanea.

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