Certamente bello da vedere, ma anche da
sentire. La colonna sonora fa tra il molto e il moltissimo. In certe
scene non è neppure musica, è puro ritmo e moltiplica il tasso di
crescita della tensione che, diciamolo, schizza fuori scala al primo
minuto e rimane in orbita per tutto il film.
L'intervallo, al cinema di Valperga,
arriva giusto in tempo per consentire al pubblico di recuperare
ossigenazione e per smettere di stritolare i braccioli delle
poltroncine.
C'erano disturbatori in sala? Pop corn
rumorosi? qualcuno che commentava ad alta voce? Luci di telefoni tra
i sedili? E chi lo sa? Per rispondere sarei dovuto essere in sala, invece che proiettato dentro il
film.
Ci sono dei messaggi particolari o una
nuova etica che possano far amare questo film? No, è un film di
guerra e se si vuol trarne una morale è sempre la medesima: evitare
la guerra.
L'entusiasmo trae origine dalla
confezione; è un film fatto terribilmente bene.
Gli attori ci mettono del loro, ma è
uno di quei casi in cui il regista (in questo caso Christofer Nolan)
fa davvero il regista. Una prova? Guardatevi le sequenze all'interno
dello Spitfire quando il pilota deve prendere delle decisioni. Non
parla, il suo volto è completamente nascosto da mascherina,
occhialoni e casco. Impossibile leggere la sua espressione, ma Nolan
riesce comunque a far capire esattamente quale sia il problema, a
cosa stia pensando il suo personaggio e quale drammatica decisione
debba prendere. Il tutto comunicando soltanto con inquadrature e
montaggio. Molti suoi colleghi non arriverebbero al risultato nemmeno
con i sottotitoli.
È tutto così: poche parole e azione,
tanta, caratterizzata da scelte di inquadrature e un montaggio sempre
perfetti.
Non aspettatevi le tette della
protagonista perché non c'è una protagonista. È un film con soli
uomini, una storia vera, una bella dimostrazione di talento e una
grande testimonianza di arte contemporanea.
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