Non è il punteggio. Ma la media in centimetri delle due squadre. La partita di basket è finita in proporzione:
Se in tutto siamo 14, alla partenza eravamo in 8, con Vittorio dito rotto, Ottino febbre alta, Francesco in sanatorio, Mattia, Tommaso e Abidin ancora non tesserati.
Se alla partenza eravamo in otto, al fischio di inizio eravamo in sette, con Matteo Leschiera che si sfascia il tallone in riscaldamento e zoppica fino alla panchina da cui non si alza più.
Se Angelo potesse, lo lascerebbe in pace seduto in panchina. Se Costa potesse, entrerebbe in campo con la felpa e la giacca a vento. E dopo un ottimo 1° quarto, esaurisce le energie e striscia come può fino alla fine.
Se alla fine del primo quarto eravamo in 6, all’inizio del secondo rimaniamo quasi in 5. Esce Matteo Guglielmetti per una botta (per fortuna passa subito) ed entra Ciampy. E qui gli avversari non ci capiscono più niente. Ma come? – pensano - Perché questi nanetti non si arrendono? Perché corrono così velocemente? Perché Bellicapelli ci fa soffrire con questi palleggi che non sai dov’è la palla? Perché anche uno che si chiama Bona ci tratta così male? Perché quel piccoletto, che di nome fa Peroglio, e saltella come un pollo ha una mira che non perdona? Perché quell’altro, ancora più piccolo, ci trafigge con 17 punti?
Sono domande legittime, amici del Borgosesia. Ce le siamo posti anche noi per tutto l’anno scorso quando abbiamo sofferto per i risultati, ma non ci siamo mai lamentati per la forza di carattere e l’impegno della squadra. Dunque vincete pure oggi, (domani chissà) ma soffrite anche voi.