Chi ha regalato questo libro strenna,
venti e più anni fa, probabilmente non sapeva cosa faceva. Chi lo ha
ricevuto certamente non sapeva cosa riceveva.
Il secondo ero io.
La mia copia di “Incipit” di Fruttero e Lucentini è
ingiallita, perché vent'anni scontati nella libreria più umida
della casa sono lunghi come quelli trascorsi da Papillon alla Guyana.
Però il libro è rimasto nuovo dentro, proprio come lo spirito di Papillon,
perché contiene 757 emozioni di quelle che rimangono fresche per
sempre.
Mai aperto in questi vent'anni, oggi lo
tiro fuori per lavoro e scopro meraviglie, centinaia di incipit che
fanno venire una voglia matta di leggere i libri. Per esempio:
“Nel marzo 1912, nel porto di
Napoli, durante le operazioni di scarico di un grande transatlantico,
si verificò uno strano incidente sul quale i giornali fornirono
informazioni copiose ma ornate di molta fantasia”.
Oppure
“L'astronave riemerse
dall'iperspazio, nell'oscurità punteggiata di stelle. Per un lungo
momento nessuno parlò. “Dov'è finito il sole?” disse infine
qualcuno.
Ora, non vi dico di comprare Incipit di
F&L perché fareste anche fatica a trovarlo, ma vi consiglio, pur
senza averli letti, rispettivamente, Amok, di Stephan Zweig, 1922 e
Il ritorno dell'Explorer, di Paul Anderson, 1955. Io ci scommetto che
sono buoni, Poi mi dite.