lunedì 25 maggio 2015

L'uomo degli scacchi

Il vestito più bello è quello che si toglie quando si è in due. Ma voi pensate ad un abito bellissimo, il più bello che possiate immaginare. È quello con cui Peter May ha vestito la sua trilogia di Lewis: l'ambientazione, appunto. Tutti e tre i romanzi si sviluppano nelle Ebridi Esterne, isole che ho avuto il piacere di visitare due anni fa e che ritornano prepotentemente in cima alla hit dei miei desideri. Scogliere, montagne, nebbie, piogge, vento, cieli, tutto meravigliosamente descritto e sapientemente distribuito, con un accenno quasi in ogni pagina. Un grande spot per l'Ente del Turismo Scozzese, ma se al romanzo togliessimo la torba, il machair, le salite, le spiagge, le onde e le tradizioni popolari, ci troveremmo di fronte ad una persona in mutande, con le gambe storte e secche come grissini, la pancia flaccida e le ginocchia giallastre. Dimenticavo: le unghie dei piedi lunghe e forse non del tutto pulite. E gli slip da 3 x 5 euro. E l'ombelico con la lanetta. E la cicatrice dell'appendicite sporgente. Tette cadenti l'avevo detto? Tette cadenti, che sia uomo o che sia donna. Mi dispiace. Ho amiche entusiaste, che hanno letto questo libro in inglese perché non ce la facevano ad aspettare l'edizione di Einaudi.
Cosa posso dire? I m sorry. Non è tanto la trama ad essere inverosimile (e un po' lo è) sono le scelte dei personaggi a non essere di questa terra. Non ce n'è uno che di fronte ad un evento si comporti da persona intelligente. Sembrano i Cesaroni, avete presente? Creano casino quando la soluzione sarebbe semplice e a portata di mano. 4 cose imperdonabili: 1) il protagonista che ogni tanto racconta il passato in prima persona, così, senza un pretesto, come se l'autore (o il traduttore) non avesse voglia di cimentarsi con il trapassato. 2) un omicidio a tre pagine dalla fine. A che scopo? Per farci capire che potrebbe esserci un seguito? 3) Il nostro eroe che ha delle informazioni importanti e non le vuole dare alla polizia, vuole tenersi tutto lui, come nei peggiori gialli degli anni '60. 4) un paragrafo di 4 righe per dire che è contento che la sua attuale compagna abbia perso la verginità con Donald e non con Artrair, personaggio di cui si parla nel primo dei tre romanzi, uscito e letto tre anni fa! Peter May, ma lo sai a noi cosa cazzo ce ne frega a chi l'ha data tua moglie prima di te?
Bon, diciamo noi in Piemonte per troncare un monologo, quando ci accorgiamo di aver esagerato e anche un po' annoiato. Si badi che bon non vuol dire “buono”: vuole dire “basta”.


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