lunedì 21 settembre 2015

Soffocare


Non è un libro. È un amico. Cioè: “Soffocare” è il libro; l'amico è Chuck Palahniuk. Non posso definire diversamente uno che mi capisce e mi conosce al punto da farmi fare quello che vuole. Chuck sa perfettamente come funzionano i miei due schemi mentali e mezzo, sa cosa mi fa ridere, cosa mi diverte, cosa mi fa ridere tanto, cosa mi manda in ipossia dalle risate, cosa mi fa desiderare di indossare un Tena Lady.
Mi rendo conto che Chuck mi prende in giro con amore, perché mentre scrive sa esattamente a quale punto della pagina e della riga comincerò a ridere. Non solo: mi dà la sensazione (probabilmente vera) che se ci incontrassimo, io e lui saremmo davvero amici e Chuck riderebbe delle mie battute come io delle sue.
Naturalmente lui parla a tutti, ma io ho la presunzione che si rivolga proprio a me. Poi, però, scopro che anche altri uomini lo conoscono e hanno la stessa sensazione. E allora? Siamo forse gelosi per questo? Ma no: siamo tutti più amici.

Ecco, non credo che le donne possano apprezzare con lo stesso slancio il libro e l'amico Chuck. Per quanto possano conoscere bene il pisello (intorno al quale ruota tutto quanto) hanno con esso un rapporto diverso, mediato. La differenza è un po' quella tra un proprietario e una semplice utilizzatrice. Per dirla in altre parole, mi potete spiegare finché volete la fisica quantica ma non ci arriverò mai. Il rapporto di un uomo col sesso è la stessa cosa: può capirlo veramente soltanto un altro uomo.
Intendiamoci: io metto la donna sopra ogni altro essere vivente. Vorrei una donna per tutto: per amare ed essere amato, per ragionare, piangere ed essere consolato, per capire le cose, essere trasgressivo, per viaggiare, farmi insegnare e farmi dirigere, per ascoltare e imparare tutto quello che c'è da sapere nella vita.
Ma per ridere tanto, per sentirmi “penetrare” da un'altra anima ridens voglio un uomo, perché per quanto una donna possa essere brava, gli uomini lo fanno meglio.

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