venerdì 23 gennaio 2015

Al Gigante

Questa mattina sono andato a fare la spesa al Gigante e ho parcheggiato nel garage sotterraneo, proprio davanti agli ascensori. Ma non è stato quello l'errore. Ero di corsa perché avevo lavorato fino alle 11 e mezza, poi avevo preso il caffè e, insomma, era tardi.
Ci sono due ascensori. Mi sono diretto verso quello che sembrava più prossimo alla partenza. Ho visto un uomo che stava entrando, ma non ci ho fatto caso. L'ho seguito. Ecco lo sbaglio.
Era un signore di una certa età, capelli belli bianchi, forse sui settanta, comunque agile e mobile. Mi sorride e mi dice qualcosa che non capisco.
Lui si rende conto che non ho capito e ripete. Mi fa notare che ci siamo appena visti al caffè e adesso ci ritroviamo sullo stesso ascensore. Io non mi ricordo assolutamente di lui, ma effettivamente ho appena preso un cappuccino da Gusto. Quindi sarà vero. Sorrido. Poi, invece di scattare fuori e mollarlo lì, commetto il secondo errore e dico la prima banalità che mi viene in mente: - Facciamo la stessa strada - 
- Io vengo tutti i giorni - confessa lui, uscendo dalla cabina di buon passo. Non sembra un settantenne e non sembra intenzionato a mollarmi.
- Anch'io. - ribatto. - Se non vengo qua, vado al Pam -
L'inutile chiacchierata potrebbe essere finita, ma mentre camminiamo affiancati in direzione del supermercato, lui dice di nuovo qualcosa che non afferro. Dev'essere una domanda perché il tono è interrogativo. Mi sta diventando simpatico perché sembra curioso e a me i curiosi piacciono. Però vorrei anche sganciarmi perché come adoro stare da solo io, lo adoro solo io.
Cerco di ricordare le parole che mi ha rivolto e che suonavano un po' come “pensione”. Mi chiede se vivo in pensione? Ma perché dovrei vivere in una pensione? che domanda è? Allora commetto il terzo e ultimo errore: gli chiedo di ripetere.
- Lei è in pensione? - domanda.
La riga che avete appena letto, se siete arrivati fin qui, costituisce il climax di questo aneddoto (tutto vero al 100%, giuro). Cioè: quel deficiente, vecchio bacucco di merda con la prostata ipertrofica mi chiede se sono in pensione? Mi è venuto subito in mente quel post che ho letto su Facebook, quello che parla del giorno più di merda dell'anno. Ecco, era oggi.
Ma come può essergli passato per la testa che io possa essere in pensione? Ho la faccia da pensionato? Il passo da pensionato? Le spalle da pensionato? I soldi di un pensionato? Ma voi, domandereste mai a Clint Eastwood se è in pensione? E ha 29 anni più di me. Lo chiedereste a Tom Cruise? Che è più giovane di me di soli due anni e non è vero che è nato il 4 luglio. “Io” sono nato il 4 luglio, lui il 3!
Ma sto stronzo, perché non mi ha chiesto “Lei è del PD?” Gli avrei risposto “suca” ma saremmo rimasti amicci. “Lei è gay”? Non mi sarei minimamente offeso. Porto spesso il cerchietto nei capelli, giusto per vederci quando guido. Ci potrebbe stare. “Lei è coglione?” Ma sì che sono coglione, ma non sono in pensione, Dio fanale!
- Io sì - ha detto lui, dopo che io gli ho risposto che no, non sono in pensione, e che non ci andrò mai. 
Lui, invece, lo ha affermato con orgoglio. È proprio contento di essere in pensione, il picio.
Io ero così sotto shock e così umiliato che non sono riuscito ad aggiungere nulla. Non ho la battuta pronta quando mi fanno del male. Ho fatto la spesa e sono tornato a casa come in trance. Mi sono ripreso solo verso sera.
Domani tornerò a fare la spesa al Gigante. Non voglio vivere nella paura d'ora in poi, per cui cercherò di incontrarlo. Lo aspetterò nel garage sotterraneo e farò in modo di prendere di nuovo l'ascensore con lui. In quei pochi secondi gli spiegherò che differenze ci sono tra lui e me (la pensione appunto) e farò in modo che il vecchio possa avere anche una seconda di pensione, sì, ma di invalidità!

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