lunedì 5 gennaio 2015

L'amore bugiardo

Ho scritto “L'amore-bugiardo-non-ho-capito” su Google ma non è venuto fuori niente di utile. Allora ho scritto: “L'amore-bugiardo-spiega” ma neanche così. Che sia io l'unico con mille dubbi? Eppure sono stato molto attento, anche perché non è un film che ti permette di divagare. Si comincia subito con la scomparsa di una donna in una cittadina americana e si continua seguendo le vicende - separate - di lui e di lei. E fin lì sono rimasto al passo, dicendomi “bello bello, mi piace”. Il problema arriva alla fine, quando tutto dovrebbe chiarirsi. Mentre sceneggiatori e regista stappano lo champagne in vista dei titoli di coda, io vado in crisi perché tutto il meccanismo che fino a quel momento ha funzionato, collassa come le twin tower. Viene fuori che c'è un figlio in arrivo. Ma da dove? Ma come? Sul fronte indagini, poi, la polizia sparisce e i subentranti agenti dell'FBI sembrano addesttrati dall'ispettore Clouseau. In Italia, ma anche in America se non si trattasse di un film, non la farebbe franca nessuno. Ci sono prove che vedrebbe anche Bocelli. E poi, un ospedale, dico, un ospedale, dimette e manda a casa in piagiamino verde una persona con più di metà corpo imbrattato di sangue? Hanno finito il Johnson's e l'assicurazione non passava il Mustela?
Tuttavia, nemmeno un finale traballante basta per bocciare “Amore bugiardo”. Non prenderà l'oscar per la sceneggiatura, ma per qualche motivo, che comprenderà meglio chi è sposato, può piacere. Parla della vita di coppia e del matrimonio, dicendone cose buone e cose orribili. Tutte, le une e le altre, fotografie di quello che accade nella realtà. Insomma, ottimi maron glacé nel Tetrapack del Tavernello. Nel contenuto da salvare ci metto anche il cast: Ben Affleck, un po ispessito ma sempre un bel ragazzino, la gnoccosa Rosamud Pike e la stupenda Emily Ratajkowski (potrei morire) che fa vedere le sue stupende tette. E con questo metto il timbro “approved” e la parola fine.  

2 commenti:

  1. Tornato a casa m'è capitato di rivedere "A proposito di Schmidt", con Nicholson, così la delusione è stata parzialmente compensata. Veramente un film (L'amore bugiardo) poco credibile negli sviluppi e con dialoghi fumettistici. Uno poi si dice:"Va beh! probabilmente si tratta di una metafora, per cui i toni e le situazioni sono un po' forzate! Ma anche così rimane d'una noia mortale. E poi 148 minuti? ma perché?

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  2. Io, invece, credo di aver letto qualche pagina de "La straniera" uno dei pochi libri che abbandono nella mia carriera di lettore.

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