venerdì 23 gennaio 2015

Pollo alle larve

Partiamo dalla foto da mettere online, che poi è il vero motivo per cui si cucina.
Lo scatto è prodotto da una Canon 600D, con tempo di esposizione 1/20 f/5.6 Iso 800.
Parto dalla foto perché la composizione è tutto. I semi di melograno devono essere disposti in un certo modo se vogliamo che sembrino veramente delle larve che abbandonano la carne infetta. Se il petto di pollo non è freschissimo, l'effetto sarà più realistico.

Ingredienti per una famiglia come la mia. (Io + un figlio vegetariano + uno schifiltoso + uno sbagliato. E una moglie con il rimprovero facile)
- 6 o 7 etti di petto di pollo tagliato a dadini. Meglio se molto vecchio.
- farina per infarinare
- una melograna
- un cucchiaio di cipollotti Lompigiani della Puglia (non ricordo bene il nome, Lombriaschi Lombellani... li ho trovati nel banco della gastronomia e mi sembravano adatti. Non lo sono)
- olio (mica tanto)
- pepe
- sale
- erbe della Provenza
- un avanzo di spumante di Natale secco
- mezzo porro
- una piccola cipolla
Quindi: In una padella bella grande, scaldare l'olio. Metterci dentro mezzo porro tagliato fine e tritato e una cipollina, anch'essa tritata. Aggiungere un tre giri di erbe di Provenza dall'apposito contenitore.
In un recipiente, infarinare i dadi di pollo e aggiungerli al soffritto. Rimestare con un attrezzo di legno, a meno che vostra moglie sia altrove, in tal caso usate quello che vi è più comodo. Coperchiate.
Prendete la melograna e studiatela. Se non siete abituati, non saprete come aprirla. Io non sono abituato e non sapevo come aprirla. Alla fine ho optato per il coltello a seghetta e, in effetti, si è divisa in due emisferi senza fare storie. Dentro è piena di grani rossi. Occhio che se li schiacciate esplodono e il succo rosso finirà sulle piastrelle dalle quali dovrete rimuoverlo, ma sappiate che con il Luminol, la scientifica ne troverà tracce per anni. Fa prima a esaurirsi il Cesio 137.
La polpa bianca della melograna è buona come la buccia di limone: fa schifo, è amarissima, non usatela. Se per caso la centrifugate insieme ai grani, poi dovrete fare come me e andare a cercare e eliminare tutti i pezzettini bianchi.
Intanto il soffritto si è seccato e il pollo si è asciugato. In altre parole sta bruciando. Aggiungete subito un po' di vino qualsiasi che avete in frigo. Io ne ho approfittato per finire lo spumante (secco) di Capodanno, mezzo bicchiere.
Avete così il tempo di centrifugare un po' di grani di melograna e ricavare del succo.
Quando il vino sarà evaporato, aggiungete il succo di melograno.
Abbondate di pepe. Io il pepe lo metto dappertutto, persino nella lavastoviglie insieme al sale.
Assaggiate un bocconcino di pollo e decidete se vale la pena aggiustare di sale o se non è meglio buttare via tutto.
Intanto cuocete la pasta che almeno avrete qualcosa da mettere in tavola.
Aggiungete i cipolloti lompigiani o come cazzo si chiamano e metà dei grani di melograno e spegnete il gas.
Mettete un po' di pollo in un piatto bianco. Aggiungete i grani al centro, concentrandoli in un punto, in modo che sembri il focolaio dell'infezione e poi fate una fila di larvette che esodi come Mosè verso il bordo del piatto.

Inquadrate e scattate, poi rimettete in padella per una mischiata generale, aggiungendo altri grani. Voilà. Sì, la tovaglia in foto è ancora quella del Pollo alla Sonia. Se mia moglie se ne accorge, si fa vedova.

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