Sapete come si fa, no? Si dice: “leggo questo, poi quello e poi quell'altro. E, se quest'ultimo mi piace, allora leggo quell'altro ancora”. Voi non fate così? Nemmeno io.
Non riesco a rispettare la lista della spesa al supermercato, figuriamoci se seguo una pianificazione culturale di qualche tipo. Mi procuro quello che credo mi possa interessare e lo metto da parte, in fondo alle guance, come certi scoiattoli. Poi, rumino e quel che viene, viene.
Ecco, questo libro di De Silva è stato particolarmente sfigato, perché da quando me lo hanno regalato, un paio d'anni fa, ha girato tutta la casa: è stato avvistato su una mensola, su un davanzale, sul mio comodino, sotto il letto, in una libreria, in un'altra, nel portariviste del cesso e nella camera di un figlio (praticamente un altro cesso). Rischio di smarrimento 5 che di peggio c'è solo Salvini.
Non sto dicendo niente del libro, lo so. Ma faccio così quando un libro mi è piaciuto molto. Facile essere brillanti quando si è distruttivi, molto più complicato dire qualcosa di utile e divertente su un libro che si porta via il cattivo umore, anzi, fa ridere di gusto e poi fa anche riflettere. Magnifico il protagonista, l'avvocato Malinconico, ancora più belli alcuni personaggi di contorno, come il cane volpino della cooperativa e il camorrista Tricarico. Bella anche Napoli, tanto che mi è venuta voglia di visitarla. Magari, invece di andarci, ci torno, con il prossimo libro di De Silva.
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