martedì 30 dicembre 2014

Pride


È come con la marmellata di arance. Solo gli inglesi sanno mettere insieme e amalgamare così bene il dolce e l'amaro, ingredienti poveri e poesia. Un'arte che applicano con tutto, dalle pietre grigie con cui tirano su le case allo stile con cui scrivono i cartelli stradali. E così fanno anche i film. Sono spesso favole agrodolci che fanno scassare, commuovere o semplicemente annusare la vita. Qualche titolo: “Tamara Drew, tradimenti all'inglese” “La parte degli Angeli” “Grazie signora Tatcher” “Monty Python” “Sognando Beckham”. “Pride” si inserisce in questa collana come un libro nel suo scaffale. Attori pressoché sconosciuti raccontano i lunghi mesi di sciopero che nei primi anni 80 videro i minatori gallesi opporsi alle chiusure degli impianti imposte dal governo di Margaret Thatcher. Un gruppo londinese chiamato “Gay e Lesbiche Sostengono i Minatori” raccoglie soldi per aiutare le famiglie dei lavoratori affamate dallo sciopero, ma il loro aiuto mette in imbarazzo i minatori. Da qui nasce il contrasto ovvero la sfida che il regista Matthew Warchus si dà e brillantemente vince. È un film perfetto? Manco per il cimbello: c'è troppo glucosio, se si pone mente alla reale tragedia vissuta in quel periodo. Violenza, fame, disperazione e miseria qui sono sullo sfondo mentre l'obiettivo mette a fuoco solo i primi metri. Perdonabile? Certo, perché la percentuale di succo è alta e concentrata. “Pride” è un bellissimo manifesto su diversità, omosessualità e diritti, disegnato con poesia e colorato con humor. È un film di Natale? Preferisco dire di no, perché altrimenti dovrei paragonarlo ai cinepanettoni made in Italy e mi toccherebbe scrivere cose per cui mi toglierebbero la cittadinanza italiana. (Potrebbe anche rivelarsi un buon affare). No, non è un film di Natale, ma voi andate lo stesso a vederlo adesso, durante queste vacanze, che vi farà bene.

3 commenti:

  1. now quoting: "manco per cimbello"
    Non è un film perfetto, ma è un film che ti insegna quanto la storia ce la metta tutta a fare da meastra della vita: ma c'è sempre quel gruppetto di 'discolacci' (sempre in aumento, con progressione esponenziale) che non ascolta o che mette le puntine da disegno sulla sedia dell'insegnante. Risultato: gli studenti apprendono? Manco per cimbello (cit.. doveroso -ma che espressione divertente!-)
    Joe

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    1. grazie per il feed Joe, Ma... chi sei? Ti conosco con un altro nome? ciao

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  2. sì mi conosci con un altro nome, e mi hai pure conosciuto di persona poco prima di Natale, a lambrate...:D

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