sabato 4 agosto 2007

Deja vu

Se la finanziaria l’avesse scritta Terry Rossio sarei più tranquillo. Non perché Rossio sia un economista migliore di Padoa Schioppa, ma perché è uno sceneggiatore che non fa pasticci, non risponde alle telefonate di Mastella e lavora concentrato senza compromessi, senza imperfezioni, senza marce indietro. Lui i Suv non minaccia di tassarli per poi detassarli, li fa saltare in aria con la dinamite. Fa di più: riesce a farti accettare come realtà tecnologica il viaggio nel tempo, con la stessa credibilità di chi, vent’anni fa, profetizzava che in teoria, in un domani, ci sarebbe stato un congegno che sulla tua auto ti dice: volta di qua, volta di là.



Per gli stessi motivi, per la serietà di non aver concesso l’indulto a nessuno dei suoi attori, metterei Tony Scott al posto di Romano Prodi, perché se la bomba non esplode il merito è anche del regista. Il film parla di un attentato, ma il film stesso, per come è concepito, per la trama su cui si regge, è una grossa bomba innescata che può esplodere al minimo tentennamento: un’espressione sbagliata, un’inquadratura di troppo, una spiegazione non richiesta, una coincidenza inverosimile, un effetto non coerente con la sua causa. E così, tu, spettatore alleggerito dalle tasse e appesantito dal pranzo di Natale, corri due corse: la prima al fianco di Denzel Washington, insieme al quale cerchi di fermare il terrorista, la seconda contro il tempo: speri che il film finisca, e finisca bene, senza che esploda la bomba della delusione.



Alla fine i pezzi arrivano a casa e si incastrano nel rompicapo senza bisogno di martello, perché il lavoro di preparazione è stato perfetto. Assisti al raro evento in cui un thriller , proprio per la qualità assoluta dell’idea e della sua realizzazione diventa un film di categoria superiore, come “Il sesto senso” o “The Others”. L’opposizione potrebbe dire che non c’è una morale in questo film. Vero, ma non c’è neanche nella finanziaria, e soprattutto non ve n’è traccia nemmeno in “Natale a New York”, “Olè” o “Commedia Sex”i. Ma tra Dejà Vu e quelli c’è un abisso di qualità, di idee, di serietà e professionalità. Non ci credete? E allora io ci metto la fiducia.



 

 

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