Andreste a vedere un film che si intitola “Storia tragica di due omosessuali e dei loro amici tristi e incasinati”? No? Allora perché dovreste fare la fila per vedere “Saturno contro”?
Perché ha un bel titolo, ecco perché. In questo caso il titolo fa il 50% del film.
Grande idea, come il libro di Bruno Vespa “Il cavaliere e il professore”. Bel titolo. Ma del libro non se ne sa niente perché non lo ha letto nessuno.
“Saturno contro” a suo favore ha anche un trailer di serie A, con un montaggio delle scene che nel film te lo sogni. La colonna sonora, poi, ti prende e ti si appiccica addosso come carta moschicida, con la voce di Gabriella Ferri che canta (cantava) in spagnolo.
Ma non basta: anche gli attori sono belli, da Stefano Accorsi a Isabella Ferrari con il suo buchino tra le labbra. E poi c’è Pierfrancesco Favino. Non che sia bello, ma il bello è che ormai non si fa più un film senza di lui. Ambra Angiolini è una bella e piacevole sorpresa e se doveva farsi perdonare gli esordi da lolita televisiva, lo ha fatto benissimo.
In ultimo anche il regista è un bel nome. Ferzan Ozpetek, il regista de “Le fate ignoranti”
Peccarto che il film non costituisca la somma delle belle cose che mette insieme. Il problema è la storia: o non hai una storia forte, ma la racconti così bene che sembra ci sia, oppure la storia c’è davvero e allora basta che la racconti così così che tanto sta in piedi lo stesso. Qui, purtroppo, siamo nell’ipotesi in cui la storia non c’è e il regista non ha neanche tutta questa voglia di raccontarla.
Parlare di coppie omosessuali mi sta bene. Ok anche farle vedere. Raccontare una compagnia di amici omo ed etero che stanno bene insieme ci sta. Ma poi ti chiedi: ma non era già così nel film “Le fate ignoranti?” A pensarci bene sì, con la differenza che la storia là c’era, era nuova ed intrigante. “Saturno contro”, invece è fresco come un tramezzino preso in un bar di Valperga.
Andate a vederlo se ci tenete. Vi piacerà. Soprattutto se siete abituati a chiamare consommé la minestra riscaldata.
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