sabato 4 agosto 2007

Fiat Idea

Prendete un ferro da stiro e mettetelo in stile <em>italic</em>. Fatto? Avete riprodotto il design di Fiat Idea, l’auto meno intelligente che sia mai stata pensata: inguardabile e difficilmente distinguibile da una barriera New Jersey, trovate la sua quotazione dell’usato nella categoria “damigiane e articoli per cantine”; è l’unica auto che non è mai stata messa in palio come premio in un concorso. Non adatta ai giovani, improponibile per il lavoro, non è indicata nemmeno per gli anziani, “A chi la rifiliamo”? si sono chiesti in Fiat dopo più di due anni dal lancio. Risposta: alle donne.

Qui finisce il lavoro di Fiat e inizia quello dell’agenzia di pubblicità, come dire che dal lavoro mal fatto si passa al lavoro sporco.

Lo spot di Fiat Idea va in onda in questi giorni tra quello dell’Adidas e quello della Coca Cola, tra Brasile-Croazia e Totti che biascica “life is now”, che non capisci più dove finisce il televisore e dove inizia la partita. Ed è qui, nell’attesa che le squadre scendano in campo, che Fiat Idea si presenta agli italiani.

La voce fuori campo dice una grande verità: “ci vuole una bella grinta per essere mamme oggi” e intanto fa vedere non la macchina (mica scemi i pubblicitari) ma il target, le mamme appunto, che per la strada eseguono la Ka Mate, ovvero la danza propiziatoria degli All Blacks, la nazionale di rugby della Nuova Zelanda, un balletto di grandissimo effetto, soprattutto perché non ancora inflazionato dalla TV. La mamma prima ballerina, vagamente somigliante a Sabrina Ferilli, ma di tre taglie più sottile, distende le braccia, si afferra i gomiti e urla la sua rabbia per il fatto di essere madre con un marito perennemente contumace. L’effetto è devastante: dallo schermo ti piove in casa grinta non tagliata. L’interpretazione è così convincente che se sei mamma ti chiedi perché non hai ancora una Fiat Idea. Sì, ma com’è questa macchina? – ti chiedi – adesso la faranno vedere. Ma un’altra mamma, Lucia C., la copywriter che ha scritto lo spot ha pensato: “Se quest’auto è orenda, perché devo farla vedere? A casa mia, quando vengono ospiti, il bagno lo tengo chiuso, no?” E così la macchina non si vede: si immagina. E ti immagini una macchina straffiga, piena di cattiverie che ti aiutano a vincere la partita contro la vita di tutti i giorni, fatta apposta per scaraventarci dentro il   il passeggino e il bambino. E prova a piangere, adesso!

Il Brasile non va oltre il risultato di uno a zero. Sembrerà una bestemmia e forse lo è, ma quei 30 secondi di pubblicità sono più emozionanti di Cafu e Ronaldinho. Sicuramente comunicano di più. Gran bel lavoro Lucia. Da oggi, grazie a te, un sacco di mamme sulla tua Idea, ci faranno almeno un pensierino.

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