Tom Hanks è proprio bravo. Magari te ne dimentichi se per un po’ non vedi qualche suo film. Ma poi, quando lo ritrovi sullo schermo, che corra da un capo all’altro dell’America o che sia ai comandi dell’Apollo 13, ti accorgi che è un grande.
Tuttavia, neanche Tom Hanks, e neanche Tom Hanks + Paul Newman, e neanche Tom Hanks + Paul newman + Jude Law (il bravissimo attore, figlio di Tom Hanks nel film) sono in grado di rendere memorabile questo “Era mio padre”.
Difficile dire cosa manca, visto che c’è tensione narrativa, che la regia di Sam Mendes (American Beauty) è ottima e che i dialoghi sono assolutamente credibili e ben cesellati. Anche il titolo italiano “Era mio padre” è, per una volta, decisamente migliorativo dell’originale “Road of Perdition”. E allora? Forse manca un’idea forte ed originale in questa storia di gangster anni ’30. Forse c’è troppo “onore” tra il boss e il suo uomo di fiducia. L’onore, inteso come valori assoluti, non è più “trend” nel nostro presente.
Forse sono questi i motivi per cui “Era mio padre” può apparire un po’ vecchio e privo di idee da ricordare. Rimane comunque un film da vedere, con il rischio, però, tra un anno o due, di portarci a casa la cassetta o il DVD perché nel frattempo ce lo saremo dimenticati.
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