sabato 4 agosto 2007

Non ti muovere

La trama di “Non ti muovere” è nota. C’è una ragazzina in rianimazione, più di là che di qua e il padre, in sala d’aspetto, che rievoca una passata storia d’infedeltà coniugale. Inoltre quasi tutti abbiamo almeno un amico che ha già visto il film e ha confessato di aver pianto in sala. E allora, se siamo avvertiti, perché andiamo a comprarci un paio d’ore di sofferenza? Sono così rari i dispiaceri nella vita reale? 

Temo di no. Credo che il motivo per cui si sceglie di vedere un film drammatico derivi proprio dal fatto che il nostro bagaglio di esperienze personali ci rende capaci di comprendere e assimilare anche il dolore raccontato dagli altri, e se è raccontato bene, ci consente di viverlo con intensità e di trarne emozioni utili come nutrimento, confronto, comunione o anche solo come richiamo antitetanico.

Poiché “Non ti muovere” è raccontato bene, le possibilità di immedesimazione sono molte. Puoi scegliere se essere un padre diperato, un marito disperato, un amante disperato, una moglie disperata o una ragazza oltre ogni disperazione. In tutti i ruoli maschili c’è Sergio Castellitto. Le donne, invece, sono Claudia Gerini e Penelope Cruz. La Gerini è particolarmente brava nella parte della moglie che forse non sa, ma che invece probabilmente sa, ma la Cruz è ancora più brava e credibile nel ruolo di Italia, una ragazza vissuta a surgelati e miseria. Castellitto attore è grande. Castellitto regista, invece, poteva limitare le scene in cui si fa la Gerini e quelle in cui si fa la Cruz (ma come biasimarlo?) e chiudere meglio il film tirandone con maggiore cura tutti fili. Va comunque lodato per aver creato un angolino ad accesso qualificato per quelli che in questo particolare periodo, nonostante gli inviti , le antenne e le proposte, non riescono a trovare una gran voglia di ridere.

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