sabato 4 agosto 2007

Margherita

15 giorni di Medals Plaza durante Torino 2006, 15 concerti con star della musica internazionale: Anastacia, Ricki Martin, Lou Reed, Paolo Conte, Avril LAvigne, Nek, Max Pezzali, e tanti altri. Quattro presentatrici: Luisa Corna, Alba Parietti, Simona Ventura e lei, Alena Seredova, così bella che gli esperti consigliano di  guardarla attraverso un vetro affumicato, come durante le eclissi di sole. Così alta che chiunque si faccia fotografare vicino a lei non sa quel che fa.

Io c'ero, 18 ore su 24 a scrivere i testi per le 4 madrine. Con Simona Ventura, a saperlo, potevo anche stare a casa, perché improvvisa ed è brava.

Con Parietti e Corna sono gioie e dolori, ma con
lei, Alena, è poesia: lei è il vento e non sa che può far male. Provate a inserire "Seredova" su Google e cliccare su "immagini". Fatto? Anch'io, per straziarmi ancora un po'. Seredova che nel camerino, jeans slacciati, mi dice "Sono in ritardo, dammi i testi che li leggiamo mentre mi cambio!" e io che mi domando  perché non ho combattuto meglio il colesterolo in questi anni. Seredova che è felice come una bambina quando le procuro una bandiera della Repubblica Ceca. Seredova che condisce le mie parole con il suo accento straniero. Seredova che lancia Max Pezzali e riscalda il cuore del pubblico zuppo di pioggia.

Resto nel backstage per 10 giorni, ma l'ultima sera, quando tocca a Cocciante scendo tra il pubblico, in prima fila con sopra la testa il palco più bello che abbia mai visto. Arriva "Bella senz'anima" e dopo un po' "Margherita". Tutta. Dal vivo. Adesso posso anche morire. E invece no. Cocciante è felice. È il primo concerto che tiene in Italia da otto anni. Si vede che è emozionato davvero e noi del pubblico che siamo veri bastardi lo facciamo volare alto con un'ovazione. Ci casca e ci chiede se vogliamo cantare Margherita insieme a lui. E noi figurati: "sì!!!!!!!!!!"

Si risiede al pianoforte e ricomincia. "Io non posso stare fermo..." Sento i capelli alzarsi sulla testa, un brivido mi percorre la nuca e stringe forte la gola. "...con le mani nelle mani..."  Non riesco a cantare. Non passa il fiato. Si chiama emozione. Poi tutto finisce. Finisce Cocciante. Finiscono le Olimpiadi. Anche Alena Seredova finisce che se ne va. Ma prima mi cerca e mi saluta. Si china su di me, con le mani mi afferra il volto (per evitare sorprese da parte mia, suppongo) e mi dà due baci, uno a destra e uno a sinistra. Dai 140.000 watt del palco giungono ancora le note dell'inno olimpico di Baglioni. E io (fanculo al principe azzurro) mi sento Mammolo baciato da Biancaneve.

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