Ci sono dei film che sono assolutamente da vedere per non rimanere esclusi dal mondo. Se qualcuno ti dice: “Ho visto cose che voi umani...” e tu non hai visto Blade Runner almeno 2 o 3 volte, ti viene da nasconderti, perché sai che dovresti sapere, ma non sai. Sorridi, sperando che nessuno se ne accorga, ma in un amen sei relegato in una sub cultura.
Ci sono invece dei film che da questo punto di vista puoi anche perdere. Nessuno potrà mai metterti in difficoltà citandoti le parole di Jessy, la protagonista di “Sognando Beckham”. Non ci sono frasi da ricordare, non ci sono scene “da film”. Per cui, difficilmente "Sognando Beckham" passerà alla storia del cinema. Ma durante l’ora e mezza di spettacolo, e soprattutto nella mezz’ora finale, le emozioni che questo filmetto semplice semplice riesce a tirarti fuori valgono come Blade Runner, come Odissea nello spazio o come Blues Brothers. Ma no, di più, perché hanno la forza di trascinarti, soprattutto se navighi già intorno ai 40, ai tuoi anni di adolescente. Dimentichi le ginocchia doloranti schiacciate contro il sedile della fila di fronte e ti ritrovi dentro il film dove ti innamori perdutamente della fresca Jessy o della sua compagna centravanti che è bella da far male. (Se sei donna, hai l’allenatore per rifarti gli occhi). Avrai di nuovo dei genitori a cui vuoi bene, ma che ti fracassano l’anima, ti ricorderai cosa vuol dire avere dei rivali in amore e riproverai cosa significa per il tuo stomaco vedere la persona che ami uscire sul balcone insieme ad un altro. Troverai perfino degli amici veri. Non amici che nella vita possono essere utili, ma degli amici amici, a cui puoi dire tutto perché non ti rovini la reputazione. Insomma, Sognando Beckham ti ridà per un'ora e mezza i tuoi 18 anni. Ma il bello è che la malinconia e il mal di stomaco continuano anche dopo, e ti tormentano quando sei già in auto diretto a casa. Grande!
Nessun commento:
Posta un commento