sabato 4 agosto 2007

Stephen King

Il miglior romanzo di Stephen King è senz’altro quello che sto leggendo. Si intitola “Mucchio d’ossa” e mi sono tenuto una ventina di pagine per stasera, dopo la partita Olanda  - Repubblica Ceca. Solitamente, verso la fine di un libro mi prende un senso di perdita, ma oggi non è così perché stamattina ho comprato all’Ipercoop altri quattro libri di King e ognuno di essi sarà il migliore che io abbia mai letto. Lo dico a ragion veduta: nel corso dell’ultimo semestre, infatti, ho letto “Buick 8” “Dolores Claiborne” “Desperation” “Cose preziose” e “L’incendiaria” e ciascuno è stato il miglior romanzo mai scritto da Stephen King.

Qualche spiegazione? Sì una. I romanzi di King sono gratificanti nel momento in cui li leggi. Ma quando li finisci li finisci e non rimane niente. Non che te li dimentichi, ma certo non  entrano a far parte del tuo DNA. King non ti invita ad affezionarti ai suoi personaggi, perché è molto difficile riconoscersi in essi (Qualcuno si identifica con Jack Nicholson mentre percorre i corridoi dell’Overlook cercando suo figlio?) King non interagisce con la tua anima; semmai cerca macchie nella tua coscienza, da utilizzare come fulcro per insinuare tensione e paura. Dunque non ti senti una persona migliore, più ricca o diversa quando arrivi all’epilogo di un suo romanzo (non accade neanche con i libri di Bruno Vespa, peraltro), ma in compenso sei sazio per la scorpacciata di emozioni che ti ha dispensato, pagina dopo pagina. Ben pochi autori oltre a Stephen King hanno la capacità di costruire così bene la tensione e mantenerla per tutto il libro. E la tensione è una delle emozioni più ambite dai consumatori. Basta pensare a quanti caffè prendiamo ogni giorno o a quante cose facciamo oltre le nostre possibilità di farle tutte e farle bene, pur di mantenere alta la tensione. E a come ci sentiamo persi i primi giorni di ferie, quando ci manca il lavoro. Il lavoro? No, non è il lavoro che ci manca, è la paura di non trovare in vacanza nulla che ci tenga in tensione. Di solito quando alla fine di agosto ci disintossichiamo e ne veniamo fuori, è ora di tornare in città. Ma da qui ad allora, con l’estate che incalza pericolosamente, se non siamo più che sicuri di trovare un po’ di stress là dove ci recheremo, è meglio approvvigionarsi dal più vicino pusher. E King ha sempre roba buona.

1 commento:

  1. in parte ciò che dici è vero su King.

    Ma se ti metti a leggere l'Ombra dello scorpione oppure la saga de la Torre Nera a qualche personaggio ti giuro che ti affezioni...e quando il libro (o la saga) finisce, ti senti come se avessi appena perso degli amici...e ti viene voglia di rileggere da capo i libri per ritrovarli!!!

    a presto

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