sabato 4 agosto 2007

Harry Potter e il calice di fuoco

Cinema Ambra 1 di Valperga, venerdì sera: 430 posti disponibili, 430 posti occupati. Qualcuno sta in piedi e qualcuno riproverà domani. Harry Potter unisce e aggrega.

Più trasversale dell’influenza, colpisce nella stessa misura adulti, giovani e bambini. Più Bipartisan della legge che aumenta lo stipendio ai deputati, unisce famiglie di Forza Italia e coppie di Rifondazione.

Quello che è chiaro, dopo anni di frequentazione, è che Harry Potter non è un personaggio, ma un mondo, un sistema alternativo. E nonostante sia un mondo pericoloso, nel quale tutti hanno paura anche solo di nominare Chi-sai-tu, a quanto pare è di gran lunga preferito a quest’altro, quello più o meno reale in cui viviamo. Non si spiegano diversamente il successo che continua ininterrotto da 5 libri e 4 film, e la fedeltà che tutti i fans dimostrano alla serie.

Ci sono due entrate per questo mondo. La porta principale di Hogwards passa per i libri e i veri maghi non ne riconoscono altre. Sembra che funzioni anche quella del cinema, visto che anche chi non legge viene catturato per sempre dalla magia di Harry, Ron, Ermione e dell’intera galleria di personaggi.

Ora, non c’è nulla di male nel credere in un mondo che non esiste. Ci si fa un po’ male quando se ne esce, perché la fine del libro o del film lascia un senso di vuoto, ma si sopravvive.

Sarebbe bello credere anche a “meno tasse per tutti”, alla "casa per chi non ce l’ha" e a "milioni di posti di lavoro", ma poiché tutto ciò richiederebbe, se non la bacchetta magica, almeno un po’ di onestà, crederci davvero o crederci ancora è un po’ stupido, no?

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