sabato 4 agosto 2007

Il codice da Vinci

Il romanzo di Dan Brown comincia bene e dopo le prime pagine prende la velocità di un TGV, spingendosi fino a dove nessuno aveva mai osato. Peccato che nel finale lo scrittore aziona la rapida e si ferma prima di entrare in stazione. Brown sembra spaventato da ciò che ha scritto e nelle ultime 30 pagine ritratta tutto, proprio come il furbo che ti tampona, ammette la colpa, e il giorno dopo ti porta dodici testimoni pronti a giurare che sei stato tu a fare retromarcia.

Ron Howard (già regista di “A beautiful mind” e celebre per essere stato Richie Cunningham in Happy Days) costruisce la stessa storia, la rende molto meno avvincente, ma almeno arriva fino alla fine conservando idee e dignità. Per libro e film Gesù Cristo era sposato con Maddalena. I due ebbero dei figli, i cui discendenti sono arrivati fino ad oggi. Sempre secondo il film, la Chiesa avrebbe nascosto e custodito con ogni mezzo questo e altri segreti per duemila anni. Anche la divinità di Cristo sarebbe stata costruita a tavolino durante il Concilio di Nicea. Chi dice il vero? La Chiesa, che ha condannato il film, diffida tutti dall’andare a vederlo, organizza veglie di preghiera per esorcizzarlo e scaglia anatemi persino contro l’Acqua S.Anna che lo sponsorizza? O il regista, che insieme alla Sonypictures porta a casa miliardi di dollari da questa idea?

Parlando da spettatore, il Codice Da Vinci è un film mediocre. Preferiamo ricordarci Tom Hanks alla ricerca del soldato Ryan o in Forrest Gump. Audrey Tautou, la co-protagonista, possiamo anche non ricordarla ed è meglio per tutti se non conosciamo nemmeno il nome di chi la doppia in italiano. Manca del tutto la tensione, che invece è bella densa nel libro. Howard tira dritto e sintetizza molti concetti, trita le tesi storiche del romanzo, ma come già detto, ha il pregio di non rinnegare tutto prima della parola fine.

Da vedere? Se avete già letto il libro potete risparmiarvi il film.

Altrimenti sì, andate a vederlo. Non tanto per conoscere le tesi dell’autore, ma per comprendere il clima in cui il film è arrivato nelle sale, soprattutto in Italia, dove si è degni di stima e rispetto se si crede nel calcio, negli oroscopi, nei politici o nello Spirito Santo, ma si è oggetto di critiche e disprezzo se non si crede affatto.

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