Con quello che hanno speso per la campagna di lancio si sarebbe potuto ripianare il debito dei Paesi del terzo mondo. Per cui o ridi o ti senti in colpa. Ma le gags che ti fanno ballare la pancia (se ce l'hai) sono solo 5. Se sei bambino, le occasioni di risata diventano più o meno 25. La differenza non fa 20. La differenza sta nell'ingenuità dei piccoli e nell'astuzia degli sceneggiatori. Se Shrek scorreggia, i bambini ridono. Se a fare flatulenze è la principessa Fiona i bambini si rotolano per terra tra il pop corn. Qualunque trasgressione suscita ilarità. Gli screenplayers lo sanno e giù di schifezze: il moccio fa ridere, il cerume fa impazzire. Basta una caccola di Shrek e i bambini se la fanno addosso anche se avevano smesso già da un anno.
La cattiva notizia è che purtroppo nessun bambino ride così tanto da volare giù dalla galleria, e l'unico spettacolo rimane il film.
La buona notizia è che dura poco: un'oretta o poco più.
Il tempo però non vola quando senti Ciuchino, il fedele amico asinello, che recita, recita, recita e non fa mai ridere o quando ti accorgi che i suoi dialoghi sono presi da Auchan nel cesto di "tutto a 1 euro".
Ma tutto questo ha poca importanza, perché i bambini alla fine sono felici. Sono andati al cinema e soprattutto si sono divertiti davvero. Quando li intervisti, hanno gli occhi lucidi ed eccitati.
Ti è piaciuto? "Sì"
Cosa ti è piaciuto? "Tutto"
Mi dici cosa ti è piaciuto di più? "No"
Sembrerebbe che non ci sia nulla da aggiungere, ma due considerazioni si possono ancora fare. La prima: è possibile fare film per bambini che piacciano anche agli adulti. È il caso, per esempio, della serie di Harry Potter o di quell'opera geniale e irripetibile che è Toy Story.
La seconda: al cinema Ambra di Valperga può andarti anche peggio. Mentre in sala 2 danno Shrek, in sala 1 fai la fila per vedere “Christmas in love” di Neri Parenti con Christian De Sica. Anche lì parolacce e volgarità a palate (immagino), ma di odore decisamente più sgradevole. E di questo sono certo.
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