sabato 4 agosto 2007

Enel il coraggio di dare i numeri

Pearl Harbor, 7 dicembre 1941. È appena finito l’attacco giapponese. L’America è in ginocchio e la bella Kate Beckinsale è incinta. Giusto il momento per una raffichetta di spot su RAIUNO.

Chi non ne approfitta per lavarsi i denti può gustarsi lo spot dell’Enel. L’idea creativa c’è e si vede dal fatto che quando passa lo spot lo guardi con attenzione per rubare ogni volta un nuovo dettaglio. La voice over, ovvero lo speaker, inizia bene. Tutt’altro che didascalica, ti fa capire che produrre energia non è uno scherzo. Poi inizia a dare i numeri dell’Enel e tu non ascolti più perché capisci che vogliono venderti qualcosa e con i soldi che ti rimangono in tasca alla fine del mese al massimo ci compri le batterie per il Game Boy. Se però ti sbagli e ascolti bene senti queste parole: “30 milioni di clienti, 2 miliardi e mezzo di euro di utile netto”. E allora conti. (in fretta perché tempo due o tre spot  e ricomincia il film) Intanto 2 miliardi e mezzo di utile netto significa, mal contati, 5 miliardi prima delle tasse. 5 miliardi diviso 30 milioni fa166 euro a cliente. Se non hai il guscio Meliconi  e sei uno dei 30 milioni di clienti, a questo punto hai già rotto il telecomando perché hai capito che l’Enel su di te guadagna 166 euro all’anno. Cosa ti sconvolge tanto? Spegni la luce e risparmi no? Sì, ma non basta, perché ormai sei diventato triste. Perché l’Enel deve aumentare la bolletta (come ha appena fatto) se guadagna già tutti quei soldi? No, diciamola meglio: perché non si può scegliere tra Enel e altri fornitori? Se i fornitori fossero almeno due e tu scegli il più caro perché la sua corrente è di qualità superiore (vedrai che lo diranno un giorno) sono affari tuoi. Ma in un regime di monopolio ti autorizzo ad aumentare il prezzo proprio se mi dimostri, ma me lo dimostri mandando in giro il Presidente della società su una Stilo, che stai perdendo. Altrimenti ciccia. I francesi vendono energia. Se me la fornissero direttamente senza Enel come intermediario penso che la pagherei meno, un po’ come quelli che comprano la verdura dal contadino invece che dal gioielliere. Allora, Enel, se sei “l’energia che ci ascolta”, stai a sentire: ti facciamo gli auguri per il tuo nuovo collocamento azionario; in cambio tu diminuisci il prezzo del Kilowattora . Per te non cambierebbe niente. A noi farebbe un gran bene per il morale: ci farebbe immaginare che in fondo a questo tubo nero e senza fine ci sia un po’ di luce.

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