La sala Ambra1 di Valperga - un grosso garage che ha ottenuto l’abilitazione a cinema - in questi giorni ospita “Il mio miglior nemico”, una commedia divertente e veloce, costruita su un’idea centrale così indovinata che le gag si innestano automaticamente, senza bisogno di fare la doppietta. Sarebbe già detto tutto, con tanto di garanzia “soddisfatti o rimborsati” per chi si recherà a vedere il film, magari in qualche sala di città con climatizzatore o almeno con il riscaldamento, ma prima di chiudere c’è da segnalare un Carlo Verdone attore e regista in gran forma e un giovane Silvio Muccino che in almeno due scene lascia capire qualche parola di quello che dice.
Sarebbe detto tutto, ma c’è da parlare della pubblicità. Due gli spot che vanno in onda durante il film: uno quasi invisibile, quello di Think Pad, che risulta essere un PC IBM, l’altro, quello che gioca nel ruolo di main sponsor, è Vodafone ed è davvero imbarazzante. Telefonini marchiati Vodafone ovunque, numeri che iniziano con 348, convention Vodafone nell’albergo dove lavora Verdone, video-telefonate con Vodafone, e in più una grossa novità: il servizio pubblicizzato non è solamente un marchio che passa più o meno sfacciatamente davanti alla macchina da presa, ma addirittura è il mezzo attraverso il quale il protagonista riesce a risolvere un problema. Un salto in avanti notevole per la pubblicità nei film. La domanda è: “un passo indietro per il cinema”? L’istinto da spettatore e consumatore frustrato risponde urlando “Sì!, Vergogna! Passo indietro! Passo indietro!” Ma in dieci secondi la parte razionale riprende il controllo e ti fa dire che alla fine lo sponsor rompe, ma non così tanto. Senza i soldi di Vodafone, chissà? Per risparmiare avrebbero potuto scritturare Iva Zanicchi al posto di Agnese Nano e Mariangela Fantozzi al posto di quella sconvolgente, inedita bellezza che è Ana Caterina Morariu. Tutto detto.
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