Bisognerebbe parlare male di questo film che non fa neanche venire sete. Basta sapere che è tratto da un romanzo di Clive Cussler. Spero che nessuno sappia chi è. Io, che da perfetto ignorante spesso scelgo un libro sulla base della copertina, ho purtroppo letto 2 - dico 2 - romanzi del su menzionato. In entrambi e in altri 5 o 6 che non leggerò, il protagonista è Dirk Pitt, il figlio nato dalla fecondazione assistita, dopo matrimonio omosessuale tra James Bond e Indiana Jones, con Rambo donatore di riserva.
Anche in “Sahara”, Dirk Pitt è un eroe bello, simpatico, ricco, coraggioso, fortunato e americano, che si occupa di portare a casa missioni impossibili. Dirk Pitt è sempre accompagnato da Al Giordino, che nel film ti strappa qualche sana risata. Interpretato da Steve Zhan ha il pregio di un’espressività notevole e ti fa ridere anche se vuoi tenere il broncio.
Bisognerebbe parlar male di questo film che non fa venir sete, ma poiché non si prende sul serio, si fa perdonare di esistere. Diversamente dai seriosi eroi che si muovono nelle pagine di Clive Cussler, nel film i personaggi affermano e vengono smentiti immediatamente, fanno cose impossibili, che gli vanno male, dicono assurdità, ma non ci credono nemmeno loro. Il merito credo vada attribuito a Breck Eisner, il regista, che ha messo nella macchina da presa una overdose di ironia.
Dick Pitt è Matthew McConaughey, un’ottima scelta: una bella faccia che abbiamo già visto qualche anno fa vice comandante del sommergibile U-571. Penelope Cruz nelle vesti di un medico dell’O.M.S. è lì solo perché la produzione è spagnola. Perfino la Bellucci avrebbe lasciato un’impronta più spessa nella sabbia. Bisognerebbe parlar male di questo film che tenta anche di proporre un argomento serio come l’inquinamento da scorie tossiche, ma non sarebbe giusto accanirsi. In fondo ti regala due ore di tensione di buona qualità, lo capisci perché non sapresti dire se lo schienale della tua poltroncina è di legno o è imbottito. Più che parlar male di questo film bisognerebbe vederne degli altri e parlare di quelli, ma qui in provincia aspettare che arrivi qualche pellicola un po’ più su di Sahara è un vero miraggio.
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