sabato 4 agosto 2007

Volver

Tre aggettivi per Volver, l’ultimo film di Pedro Almodovar: perdibile, deludente, sconsigliabile.

Ci siete rimasti male? Anch’io. Purtroppo i contenuti non bastano; serve anche il contenitore. Chiamala forma, chiamala regia o, semplicemente, qualità.

Una cosa è se ti inventi un personaggio come “Candela” in “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” o il trans Agrado in “Tutto su mia madre”, lo costruisci nei dettagli, scrivi per lui dialoghi che persino la stampante ti applaude, (… mi chiamo Agrado perché per tutta la vita ho cercato di rendere piacevole quella degli altri...) lo fai interpretare da una attrice professionista e gli dai la voce di Veronica Pivetti. Un’altra è se prendi un puttanone e gli fai fare il puttanone. Viene fuori l’effetto telenovela, per non dire una puttanata.

Purtroppo in Volver l’odore di Telecupole e Retequattro salta fuori ad ogni scena. Personaggi che gesticolano troppo, dialoghi che spiegano troppo, attori che appaiono nell’inquadratura troppo a proposito, dettagli inutili e insignificanti, nessuna invenzione nella fotografia o nel racconto. Uno strazio.

Peccato perché i film di Almodovar non sono come i libri di Bruno Vespa che escono a raffica. Dovremo aspettare anni per rifarci la bocca.

Peccato perché con Volver, Almodovar racconta una nuova storia di donne, gli unici esseri viventi che, secondo lui, sono degni di essere raccontati. Le donne sono sempre protagoniste, mentre gli uomini sono comparse tristi. Non è un caso, perché Almodovar è un profeta. Ci sta dicendo che dopo due o tre millenni di sottovalutazione le donne stanno riprendendo il loro posto. Sono più veloci dei cambiamenti climatici e non le fermeremo mai, perché come Almodovar ci dimostra, sono più forti: amano, soffrono, vengono violentate, abusate. Lavorano, partoriscono, allattano e tornano a lavorare. E resistono. Sono capaci di accettare la vita come pochi uomini sanno fare. Forse così si spiega perché esistono grandi uomini e non grandi donne: perché le donne sono tutte grandi.

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